Toscana a due velocità nel primo trimestre 2013 secondo il Rapporto Movimprese – I trimestre 2013 su natalità e mortalità delle imprese di Unioncamere Toscana. Se Prato, Firenze, Grosseto, Pisa e Massa Carrara registrano dinamiche superiori alla media regionale pari al +0,2%, Livorno, Siena, Arezzo, Lucca e Pistoia, sono in flessione.

I numeri L'espansione del tessuto imprenditoriale regionale continua a rallentare. Il tasso di crescita e' pari al +0,2% nel I trimestre 2013, al di sotto rispetto al biennio precedente (+1,0% del 2011, +0,4% del 2012), in linea però con la media nazionale (+0,2%); solo la Lombardia riesce a fare meglio (+0,5%). Al 31 marzo 2013 sono 412.778 le imprese registrate nelle Camere di Commercio della Toscana, con 27.821 iscrizioni e 26.901 cessazioni negli ultimi dodici mesi, per un saldo positivo di 920 unità. In Toscana il calo del tasso di iscrizione è lieve (dal 6,8% al 6,7% restando comunque il valore più basso degli ultimi anni), mentre è di maggior rilievo l'aumento delle cessazioni (tasso di mortalità al 6,5% dal 6,2% del primo trimestre 2012). Cresce ancora il turnover imprenditoriale, nel 2013 al 13,2% rispetto al 13,0% di fine marzo 2012. Lo sviluppo del tessuto imprenditoriale regionale e' sostenuto dalle societa' di capitali (ma non per le societa' per azioni, -1,3%), che registrano un incremento medio del +2,3% nel primo trimestre 2013, e anche le società di persone registrano un lieve aumento.

Toscana in stallo «Si conferma la fase di sostanziale stallo della crescita imprenditoriale in Toscana – afferma Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana -. Sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo, le conseguenze a livello economico e occupazionale di una situazione che non presenta per il momento segnali di inversione del ciclo economico, la cui ripresa è ormai definitivamente rimandata al 2014. Le imprese toscane confermano tuttavia la capacità di diversificare la propria presenza sui mercati internazionali – sottolinea Galgani – con una spiccata attenzione per quelli emergenti, facendo leva sulle potenzialità e le capacità imprenditoriali del territorio e promuovendo prodotti innovativi e nuovi talenti. Questa la strada che da tempo come Unioncamere Toscana stiamo indicando. Solo così l'economia toscana potrà andare oltre la semplice sopravvivenza, tornando a crescere e a confermarsi tra le realtà più dinamiche d'Italia».

Le imprese individuali chiudono il primo trimestre 2013 in negativo, facendo registrare un -0,7% e confermando il processo di involuzione già manifestato nella seconda metà del 2012. A tale flessione e' collegato il calo delle imprese artigiane (-2,5%), mentre positivo e' l'andamento delle imprese non artigiane (+1,3%). Continuano infine a espandersi le altre forme giuridiche, soprattutto le imprese cooperative (+1,9%).

Imprese femminili e giovanili Nei primi mesi del 2013 le imprese femminili registrano un + 0,9% e si attestano al 24,3% del totale delle imprese registrate, con un lieve incremento rispetto all'ultimo trimestre 2012. Degno di nota, in tale ambito, il rafforzamento delle società di capitale (+4,4%). Prosegue il forte calo (-4,5%) delle imprese giovanili, che a fine marzo 2013 rappresentano il 9,2% del tessuto imprenditoriale regionale. Le imprese straniere (11,4% del totale regionale) si attestano al +3,2%.

Settori di attività Tutti i principali comparti regionali di attività economica sono coinvolti nel generale rallentamento della dinamica imprenditoriale, partito nel 2011 e proseguito nel 2012. A livello di macrosettori, aumentano solo le imprese dei servizi (+1,0%), con un +0,9% per il commercio e turismo e un + 1,1% per gli altri servizi. Segno meno invece per l'agricoltura (-0,3%) mentre l'industria in senso stretto si mantiene stabile. Buona la performance della fornitura di energia e delle utilities (+7,3%), mentre il tessuto imprenditoriale di industria estrattiva (-0,7%) e manifatturiero (-0,2%) subisce un'ulteriore riduzione. Si conferma il periodo di forte crisi dell'edilizia che chiude il primo trimestre 2013 con un bilancio molto negativo (-2,8%).

Il manifatturiero Il settore manifatturiero evidenzia un ridimensionamento delle attività produttive pari allo 0,2%: il sistema moda esprime un andamento positivo (+1,1), grazie al recupero delle confezioni-abbigliamento (+1,1%) e al comparto concia-pelletterie-calzature (+3,0%), che avanzano, mentre il tessile-maglieria perde quasi due punti percentuali (-1,9%). La meccanica allargata registra, per la prima volta, un deciso calo (-0,8%), generalizzato a tutti i principali comparti (ad eccezione delle riparazioni). Le altre imprese manifatturiere (-1,0%) devono il proprio bilancio negativo soprattutto al perdurare della crisi del comparto legno e mobili (-2,8%). In controtendenza il settore alimentare (+1,0%), che conferma il positivo andamento in atto da fine 2010, e la chimica-farmaceutica-gomma-plastica, in lieve crescita (+0,7%).

Andamenti provinciali A livello territoriale si osservano dinamiche contrapposte, con cinque province in crescita e cinque in diminuzione. Al primo gruppo appartengono Prato, Firenze, Grosseto, Pisa e Massa Carrara, che registrano dinamiche superiori alla media regionale. In flessione invece Livorno e Siena (per il secondo trimestre consecutivo), Arezzo e Lucca(per la prima volta in negativo dopo il forte rallentamento di fine 2012), e soprattutto Pistoia, che si conferma la provincia toscana con le peggiori performances.