Che il pomodoro facesse bene alla salute era già noto, la notizia è che il “SuperBio” sarà un autentico toccasana. Si tratta di un pomodoro biologico pronto ad arrivare sulle nostre tavole, dopo un’accurata ricerca svolta dall’Università di Pisa che ora, grazie a una convenzione con un’azienda vivaistica del territorio, dà il via alla produzione dell’ortaggio che promette solo benefici.
Obiettivo 70mila piante nel 2016 Per quest’anno è prevista la produzione di 10.000 piantine, che saliranno a 70.000 nel 2016. Il pomodoro ‘SuperBio’ è nato dalla ricerca coordinata da Manuela Giovannetti e condotta da docenti di Agraria, Medicina e Biologia, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale British Journal of Nutrition nel 2012. «La ricerca – spiega Giovannetti, che dirige il Centro interdipartimentale di ricerca nutrafood-nutraceutica e alimentazione per la salute dell’Ateneo – ha dimostrato che i metodi di coltivazione possono influenzare il valore salutistico dei cibi prodotti. Infatti il contenuto in fitochimici, molecole prodotte dalle piante che hanno importanti proprietà protettive e preventive nei confronti di diversi tipi di malattie umane, può aumentare se le piante crescono insieme a microrganismi benefici che stabiliscono con loro un particolare tipo di simbiosi chiamata ‘micorriza’».
Il pomodoro “bio” che fa bene Lo studio, condotto nei laboratori dell’Università di Pisa, ha dimostrato che i frutti prodotti dalle piante ‘micorrizate’ (cioè che vivono in associazione con i microrganismi benefici) contengono concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%) rispetto ai pomodori prodotti tradizionalmente. «I pomodori prodotti da piante coltivate biologicamente e con i loro microrganismi simbionti – ha concluso Giovannetti – mostrano anche un più elevato potere anti-estrogenico e rappresentano un esempio di produzione ecologica e sostenibile del cibo, capace di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, ottenendo cibo di alta qualità e con alto valore nutraceutico, un tema di grande interesse sociale, fortemente richiesto da consumatori e produttori».