440595_heroaC’era un sacco di gente depressa, ieri sera, in televisione.
Erano i cosiddetti “esperti di mercato”, un nuovo soggetto mediatico che ultimamente è diventato una figura centrale dei palinsesti. Quasi quanto il criminologo da talk show; quel…lo che interpellano quando avvengono efferati fatti di sangue.


Andrò controcorrente, ma questo calciomercato mi aveva stufato. 
Stava diventando stucchevole. E ridicolo, pure.
Mi è sembrata, più che mai, la fiera del millantato credito: tutti questi procuratori, intrallazzatori, professionisti del ramo, “agenti Fifa”, e poi arrivano le figure di ieri pomeriggio. Tipo Biabiany, che alle quattro esibisce la sciarpa del Milan con dichiarazione d’amore sperticato annessa e alle sei deve tornare al Parma (con che faccia, chissà…). Oppure quelli che dopo giugno-luglio-agosto di trattative si decidono a depositare il contratto alle 23,01. In tempo per farselo (giustamente) respingere.
E poi, tutti questi “giornalisti-sempre-sul-pezzo”, ve li raccomando. Al Napoli hanno venduto di tutto. E il Napoli non ha comprato nessuno. Alla Juve hanno accostato Iturbe, Nani, Falcao, Rabiot, Chicharito. E ne fosse arrivato mezzo.

Intanto, domenica è cominciato il campionato, per chi non se ne fosse accorto. Tipico caso di contraddizione in tempi da social network: quando il chiacchiericcio sulla composizione del cast, la scelta di chi canta e di chi suona diventa più importante della Boheme, o della Turandot che andrà in scena.
Per quanto strano possa sembrare, dico ai giovanissimi che c’è stato un tempo nel quale il calciomercato è stato persino una cosa gradevole. Un piccolo rito estivo come i gavettoni nel pomeriggio o il cornetto “cuoredipanna”. Una cosa garbata e non opprimente.
Non c’erano gli stranieri, gli acquisti erano pochi e non si perdeva certo il conto tra chi andava, chi veniva e chi veniva comprato e rivenduto tre volte in due mesi.
Ricordo con nostalgia l’emozione degli Interisti quando strapparono Giacomo Libera al Milan, che lo aveva già acquistato dal Varese. L’entusiasmo (sempre interista) per Pasinato dell’Ascoli. La telenovela Virdis, che rifiutò la Juventus. Il fenomenale Bertuzzo dell’Atalanta, che doveva fare grande la Roma (e fu un flop), e naturalmente lo scambio Anastasi-Boninsegna e quello tra Benetti e Capello che ci tennero con il fiato sospeso per un’estate intera.


Altri tempi. Ma non peggiori di questi (forse perché avevamo dieci anni).