E’ scattata quest’oggi a Firenze, con la conferenza stampa di presentazione tenutasi nella nuova sede della Camera di commercio, l’edizione invernale 2018 della kermesse di moda di ‘Pitti immagine’, che quest’anno è all’insegna del cinema. Infatti la Fortezza da Basso, cuore pulsante degli stand della celebre manifestazione fiorentina di alta moda, si è trasformato in un enorme set cinematografico con modelli per le sfilate che si fingono attori, ed una immensa biglietteria che accompagna l’ingresso dei visitatori negli stand dei vari marchi.
Marenzi: «Il nostro consumatore è diventato un consum-attore» «Bisogna parlare di una settimana della moda maschile italiana, con 4 giorni di Pitti e 4 giorni a Milano che si completano in maniera perfetta – ha affermato Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia e di Pitti Immagine -. I grandi marchi della moda stanno unendo le due sfilate uomo e donna, altri si lanciano più sulla parte social, ci sarà una rivoluzione. In tutto questo, la mia considerazione è che i due punti fermi per le settimane della moda saranno Parigi e l’Italia -ha aggiunto -. In Italia per la donna parlo di Milano, ma per l’uomo è un coacervo di due entità. I nostri competitor sono fuori dall’Italia». In questo quadro, secondo Marenzi, Pitti deve fare la sua parte «in un sistema della moda che sta cambiando paradigma: molto è dovuto ai social e al digitale, che hanno trasformato il nostro consumatore, diventato un consum-attore. C’è sempre più interazione fra i brand e il consumo. E’ un’evoluzione che vedrà nei prossimi anni dei grandi cambiamenti».
Il Ministro Calenda: «Un sistema piu’ compatto in un settore che cambia rapidissimamente» «Il bilancio sul tavolo per la moda non lo devo fare io ma lo devono fare le imprese in termini di risultati. – ha evidenziato il Ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda – Quello che secondo me è stato importante è avere un unico posto dove tutti gli attori della moda discutono delle strategie di lungo periodo, come formazione e sostenibilità, e dei calendari e di tutte le operazioni di medio e lungo periodo. C’era in tutto il mondo, non c’era in Italia, era un assurdo. Lo abbiamo fatto, lo abbiamo costruito con una certa fatica perché non sempre le imprese vanno d’accordo, però sembra funzionare e ne sono contento. Una delle cose che abbiamo innovato profondamente insieme alle associazioni è quella di costruire un sistema piu’ compatto in un settore che cambia rapidissimamente e che quindi deve anche reinventarsi. Il tavolo deve fare questo, deve essere in grado di tracciare in anticipo i cambiamenti ed adeguare il sistema nel suo insieme facendo un gioco di squadra a quello che verrà, che è molto diverso da quello che è oggi».