La Torre pendente di Pisa, monumento fra i più celebri al mondo e le bellezze immortali cullate in piazza dei Miracoli, si preparano a accogliere di nuovo i visitatori dopo i mesi di chiusura e di lontananza dal proprio pubblico.
Ed è inevitabile l’attesa che si respira nella città toscana per misurare come il mercato, in una fase in cui le riaperture sono ancora sotto la lente di ingrandimento, potrà reagire. Ne abbiamo parlato con Gianluca De Felice, segretario generale dell’Opera della Primaziale Pisana. Siamo di fronte ad una nuova ripartenza che si muove in una cornice lastricata da un clima di incertezza. Insomma, non siamo usciti dalla pandemia.
La Torre di Pisa e i monumenti di Piazza dei Miracoli riaprono al pubblico
Con quale spirito, il primo maggio, l’Opera tornerà a spalancare le porte dei monumenti e dei musei di una delle piazze più iconiche del pianeta?
“Riapriamo con la consapevolezza di navigare in acque incerte perché qualora la Toscana dovesse ripiombare in zona arancione, saremo nuovamente costretti a serrare monumenti e musei, per i quali anche nei periodi di chiusura è andata avanti un’operazione di manutenzione ordinaria e straordinaria. Richiudere significherebbe affrontare da capo una serie di problemi tecnici e organizzativi, comuni a molte altre categorie”.
Piazza dei Miracoli ha, nella Torre Pendente, il suo vessillo eterno. Ma la piazza è un vero libro di storia dell’arte dove in ogni pagina si incrociano monumenti e musei. Ed il Museo dell’Opera del Duomo adesso torna a riallacciare il proprio filo diretto con il pubblico dopo sette mesi.
Come si presenterà questo scrigno d’arte agli occhi dei visitatori?
“Il Museo è rimasto chiuso per le varie colorazioni della Regione e perché gli spostamenti fra Regioni impedivano le rotte turistiche. Lo abbiamo inaugurato, con una nuova veste, nell’ottobre del 2019, ma dopo pochi mesi arrivò la causa per la pandemia. La vera novità è quanto avvenuto nel 2019, ossia poter tornare a vedere un Museo rinnovato e ricco di opere strepitose e incastonate in un nuovo allestimento. I mesi per goderselo, allora, furono davvero pochi, data l’esplosione della pandemia: per questo invito a vedere questo gioiello. Perché è bellissimo”.
Pisa è orfana da tempo dei suoi turisti: cosa si aspetta dalla prossima estate?
“Mi aspetto, guardando ad una prospettiva futura, di tornare a come era la città prima dello scoppio del virus, una Pisa piena di turisti cui offrire servizi ancor migliori”.
Nell’anno scandito dai divieti, molte strutture museali o luoghi della cultura chiusi al pubblico hanno virato verso una narrazione social, con tour virtuali o mostre online. E’ uno strumento che funziona?
“Le tecnologie servono, eccome. Facciamo un passo indietro fino al Museo dell’Opera del Duomo: qui custodiamo preziosissimi codici miniati che, per ovvie ragioni, non si possono sfogliare. Ma con la Scuola Sant’Anna di Pisa abbiamo messo a punto un sistema per sfogliarli attraverso un monitor. Ed ora torniamo al cuore della domanda: abbiamo i nostri canali social, ma credo che chi viene in piazza del Duomo cerchi un’emozione. Vedere dal vivo un monumento, un dipinto, una statua o un antico codice miniato non è paragonabile alla visione attraverso un tour virtuale. I mezzi digitali possono rappresentare un arricchimento, ma non penso che creino fidelizzazione nel pubblico. Alla fine, l’obiettivo più importante di un’istituzione museale è rendere più belle le proprie costruzioni”.