PISA – Partirà con un doppio appuntamento dedicato ai live orchestrali la seconda settimana di concerti al Giardino Scotto di Pisa (Lungarno Fibonacci 2) firmata Pisa Jazz Rebirth.
Il festival è nato dal progetto Pisa Jazz a cura di Associazione ExWide con la direzione artistica di Francesco Mariotti e il contributo di Fondazione Pisa, Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Pisa. Mercoledì 17 luglio alle 21.30 sarà sul palco la Siena Jazz University Orchestra in omaggio a uno dei miti assoluti del jazz: Wayne Shorter, con alcune delle sue pagine più importanti e conosciute arrangiate per l’occasione dal direttore Roberto Spadoni.
Scomparso nel 2023, Shorter ha attraversato la storia del Jazz dagli anni ’50 in poi da assoluto protagonista, dalla lunga collaborazione con Miles Davis all’esperienza da leader insieme a Joe Zawinul del più importante gruppo di jazz rock, i Weather Report. In apertura, alle 20.45, ancora una formazione orchestrale: Mauro Grossi & Livensemble con “Mediterrando”, progetto di “little big band” che convoglia alcuni tra i più brillanti musicisti nazionali di diverse generazioni (prevendite su Ticketone, info, orari e prezzi www.pisajazz.it).
Durante la sua carriera pluridecennale Wayne Shorter ha contribuito ad alcuni dei progetti più importanti del jazz moderno, dai Jazz Messengers di Art Blakey ai gruppi di Miles Davis – dal leggendario secondo quintetto (dal 1964) fino alla svolta elettrica con i due seminali album del 1969 In “A Silent Way” e “Bitches Brew”.
Inoltre, con i Weather Report, la sua esperienza da leader è costellata di opere fondamentali per lo sviluppo della musica degli ultimi decenni. Oltre a tutto ciò la sua eredità da compositore costituisce un corpus fondamentale, un impareggiabile patrimonio per il jazz contemporaneo. Shorter ha saputo trovare una sintesi perfetta tra l’armonia tradizionale e i nuovi territori dell’armonia modale, portando avanti le istanze introdotte da John Coltrane ed esplorando ampiamente le forme del jazz.
Apertura affidata a “Mediterrando”: 11 i musicisti on stage per il progetto capitanato dal pianista, compositore, arrangiatore e direttore di big band Mauro Grossi. Un viaggio fra i colori e i suoni della tradizione musicale che definisce il suo centro attorno al Mediterraneo, un tutto armonico ed omogeneo in cui il jazz non è un genere ma una grammatica e un collante fra stili e umori. Pianoforte, voce, ottoni e percussioni: più nel dettaglio due trombe, un trombone, tre ance, che a fianco alla voce e al pianoforte e alle percussioni costruiscono un sound poliedrico ricco di ritmi.