PISA Due serate per immergersi nei ritmi del deserto, in un incontro vibrante tra Italia, Mali e Marocco.

Giovedì 25 e venerdì 26 luglio Pisa Jazz Rebirth – il festival nato dal progetto Pisa Jazz a cura di Associazione ExWide con la direzione artistica di Francesco Mariotti e il contributo di Fondazione Pisa, Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Pisa – porta al pubblico le suggestioni dell’Africa. Si parte giovedì alle 21.30 presso la Torre dell’Orologio di Vicopisano (via del Pretorio): nella rocca eretta da Brunelleschi si esibiranno Said Tichiti – dal profondo deserto marocchino il maestro del guembri, strumento a corde pizzicate tipico del Nordafrica – e uno dei sassofonisti più apprezzati della scena nazionale e oltre, Dimitri Grechi Espinoza, per un live con le radici nel Mediterraneo in collaborazione con Associazione The Thing.

Avanti venerdì allo spazio Arno Vivo (lungarno Bruno Buozzi 1) per un doppio appuntamento in collaborazione con Toscana Produzione Musica: alle 21.30 Mali Blues, formazione capitanata ancora una volta da Espinoza che nasce dall’esperienza con musicisti tuareg e berberi, e alle 22.30 riflettori puntati su una leggenda della chitarra maliana: Samba Touré, per un viaggio di profondità emotiva e brillantezza ritmica dove la tradizione incontra l’innovazione, in risonanza con lo spirito del Nord del Mali (prevendite su Ticketone, info, orari e prezzi www.pisajazz.it).

Approfondendo i singoli live, il duo che vede fianco a fianco Dimitri Grechi Espinoza e Said Tichiti nasce sull’isola di Capraia nell’ambito di TÜR, progetto per un osservatorio delle culture sonore del Mediterraneo.

Said Tichiti proviene da Guelmin, nel deserto del Marocco, da una grande famiglia dove la musica è sempre presente. Il padre era membro del gruppo Ganga, stile di musica che celebra la liberazione degli schiavi; sua madre invece era nel gruppo Guendra, musica tradizionale del Sahara. In questo ambiente artistico aperto Said ha sviluppato uno stile originale e l’attitudine a esplorare influenze sempre diverse collaborando con musicisti jazz e della scena world music. Dimitri Grechi Espinoza nasce a Mosca nel 1965 e fin dalla giovane età si avvicina alla musica jazz e allo studio del sax, con contaminazioni provenienti sia dall’est Europa che dalla tradizione italiana e americana.

Nel 2000 fonda il collettivo di ricerca Dinamitri Jazz Folklore, e nel 2014 la formazione raggiunge il secondo posto come Miglior Gruppo Italiano nella classifica della rivista Musica Jazz. Parallelamente Dimitri porta avanti la carriera da solista nel progetto OREB, in cui unisce due grandi passioni: lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono, con l’obiettivo di riscoprire lo spazio sonoro dei luoghi sacri.

Proprio dall’esperienza Dinamitri Jazz Folklore nasce Mali Blues: due elementi storici della formazione, appunto Dimitri Grechi Espinoza e il chitarrista Gabrio Baldacci, aprono le proprie influenze ai territori del Nordafrica e ai ritmi circolari con una proposta musicale che vede per la prima volta la collaborazione col polistrumentista Andrea Beninati, qui al violoncello e alla batteria. L’esperienza di Espinoza con artisti dell’area sahariana tra cui Tartit, Bombino e Afel Bocoum – approfondita grazie alle collaborazioni con il Festival au Désert di Timbuktù e di Firenze – rende questo progetto prima di tutto una piattaforma aperta che accoglie interventi e innesti di culture altre sia a livello compositivo che nelle occasioni live.

Infine Samba Touré, con la sua musica caratterizzata da groove di chitarra ipnotici che irradiano l’intensità del sole del deserto. Touré è celebrato per il suo stile distintivo che non solo rispecchia ma eleva anche l’eredità duratura del leggendario Ali Farka Touré, con il quale è stato in tournée in tutto il mondo. La genesi del loro sodalizio risale agli anni ‘90, quando quest’ultimo scoprì il giovane cantante mentre suonava con i Farafina Lolo, il primo gruppo di Samba, che ottenne un’enorme popolarità in Mali.

Impressionato dal talento di Samba, Ali Farka Touré gli regalò una chitarra, incoraggiandolo a spostarsi verso una musica più tradizionale. Questo tutoraggio è culminato nella produzione dell’album di debutto di Samba, “Fondo” (The Way), un album Songhoy tradizionale al 100%. Il singolo “Anbafo”, un omaggio alle donne maliane, ha ottenuto un successo strepitoso nell’Africa occidentale, con numerose tournée in tutta Europa e apparizioni degne di nota in eventi come il Roskilde Festival in Danimarca, il Viljandi Folk Festival in Estonia, Paradiso e Grounds Podium nei Paesi Bassi, Muziekpublique in Belgio e altro ancora.