PISA – Pisa e Saint Tropez unite dal culto dello stesso santo. Si tratta di San Torpé, tra i primi martiri cristiani che subì la decapitazione sulle spiagge pisane nel 68 dC e il cui corpo, abbandonato alla deriva, venne ritrovato proprio sulle coste francesi dove oggi sorge la celebre cittadina.
Da settant’anni, in memoria di questo avvenimento, i francesi organizzano un pellegrinaggio a Pisa per rendere omaggio al loro santo patrono nella chiesa a lui dedicata, a due passi dalla piazza del Duomo e che contiene la preziosa reliquia della testa.
Il programma Quest’anno, in occasione dell’appuntamento annuale, il Comune di Pisa ha predisposto un solenne programma di festeggiamenti per cogliere gli ospiti che saranno presenti con una nutrita delegazione guidata dal Sindaco. Sabato 27 aprile, alle ore 19.00, nella chiesa di San Torpè presentazione del libro “Il Martire San Torpè” appositamente scritto da padre Bruno Moriconi per celebrare l’anniversario. Padre Bruno Moriconi appartiene all’Ordine dei Padri Carmelitani Scalzi che dal 1816 sono i custodi della “preziosa” reliquia del martire pisano. Il libro è stato stampato dall’Amministrazione Comunale in italiano e in francese, proprio per farne omaggio ai pellegrini.
Domenica 28 aprile apertura straordinaria ai visitatori dei Bagni di Nerone. Alle ore 17.00, sul prato che circonda i ruderi romani, il professor Mauro Ronzani, ordinario di storia medievale dell’Università di Pisa, illustrerà la storia di San Torpè, mentre a seguire l’archeologo Antonio Campus curerà la visita all’antico monumento. Animeranno gli interventi la Filarmonica Sangiulianese.
Alle ore 18.15 nella chiesa di San Torpè si celebrerà la Santa Messa, durante la quale avverrà l’investitura dell’Ambasciatore della Parte di Tramontana del Gioco del Ponte, che ha eletto San Torpè come proprio patrono.
Infine, lunedì 29 aprile, festa liturgica di San Torpè. Alle ore 10.00 in chiesa l’Arcivescovo Metropolita di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto, celebrerà la Santa Messa alla presenza dei Sindaci di Pisa e Saint-Tropez e dei numerosi pellegrini francesi. A seguire, alle ore 11.45, in palazzo comunale, sala delle Baleari, l’Amministrazione Comunale saluterà e accoglierà i pellegrini francesi con il tradizionale “vin d’honeur”.
La Bravade Per ricambiare l’ospitalità, nei giorni 16, 17 e 18 maggio, il Sindaco di Pisa sarà a Saint Tropez, su invito del Sindaco della città francese, per assistere alla tradizionale Bravade in onore del Santo pisano. Nella cittadina francese, infatti, per tre giorni il simulacro del santo è portato a spalle da quattro valletti del Comune di Pisa in processione per le vie della città salutato da multipli omaggi di grandi colpi di ‘tromblonnades’ (il “tromblon” è una vecchia arma).
Cenni storici Secondo la tradizione, Torpè, soldato romano convertitosi al cristianesimo, subì il martirio della decollazione sulle spiagge pisane nel 68 d.C.: il suo corpo, privo della testa, fu lasciato alla deriva su una barca insieme a un gallo e a un cane che raggiunse le coste francesi, dove oggi sorge appunto Saint-Tropez. La testa invece fu recuperata e custodita gelosamente fino ai giorni nostri nella chiesa oggi officiata dai Padri Carmelitani Scalzi. Sicuramente San Torpè è stato in passato molto venerato a Pisa, non è un caso che Turino Vanni lo abbia dipinto con San Ranieri accanto alla Vergine, entrambi con le insegne pisane: Ranieri sorregge la più nota croce bianca in campo rosso (la bandiera del popolo), mentre Torpè sorregge la bandiera rossa, emblema di Pisa. A lui si attribuiscono molti prodigi tra cui, il 29 aprile 1633, la liberazione dalla peste dilagante nella città di Pisa.
Nel corso del tempo il culto a Pisa si è affievolito, e la circostanza di un francese di Saint Tropez capitato nel 1953 nella chiesa ai Bagni di Nerone ha dato vita a un pellegrinaggio ininterrotto da oltre settant’anni dei francesi a Pisa. A Saint- Tropez (dove il corpo del santo era custodito e andò purtroppo successivamente smarrito) le celebrazioni si svolgono invece a metà maggio con la famosa “Bravade”, durante la quale il simulacro del Santo è portato a spalla da quattro valletti del Comune di Pisa ed è accolto festosamente per le vie della cittadina, mentre un esercito moschettieri, marinari e bravadeurs lo saluta sparando innumerevoli colpi di fucile a salve.