Fino a mille dosi al giorno e 30 mila euro di incasso quotidiano. Sono le stime fatte dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Pisa che dopo un anno di indagini hanno disarticolato una vasta rete di spaccio di cocaina, eroina e hashish in città, per lo più nell’area del centro storico e alle spalle della stazione ferroviaria, ottenendo 41 misure cautelari a carico di altrettanti pusher tunisini, albanesi e italiani, di queste 26 sono ordinanze di custodia anche se ne sono state eseguite la meta’ mentre 13 spacciatori sono latitanti all’estero.
L’indagine «L’obiettivo – ha spiegato il pm Antonio Giaconi, che ha coordinato le indagini – era comunque quello di allontanare da Pisa o comunque di rendere inoffensivi molte decine di spacciatori individuati con lavoro certosino e su questo ci siamo riusciti». I carabinieri hanno colpito soprattutto i fornitori di sostanze dei giovani che frequentano la movida pisana. Tredici tunisini sono stati arrestati, altrettanti sono invece fuggiti in patria. Eseguite anche 14 misure dell’obbligo di dimora nel comune di Pisa e 8 di obbligo di presentazione alla Pg.
Ripulito il centro storico «Abbiamo dato una ripulita al centro – ha sottolineato il comandante provinciale, Andrea Brancadoro – anche se sappiamo benissimo che non è sufficiente a stroncare il fenomeno dello spaccio. Però abbiamo inviato un segnale chiaro che lo Stato c’è e la sua mano arriva a colpire duro anche a distanza di tempo». Il lavoro dei carabinieri è consistito nella ricostruzione dei piccoli episodi di spaccio, mettendoli spesso in relazione tra loro e appurando che i pusher agivano in base a una vera e propria spartizione territoriale che se non rispettata sarebbe stata punita da violenti regolamenti di conti interni. Complessivamente si è stimato che nel giro di un anno l’organizzazione è riuscita a immettere sul mercato circa 200 chili di droga. I militari hanno anche accertato che una banda di quattro albanesi, oltre a spacciare, avevano organizzato e compiuto rapine a mano armata ai danni di esercizi commerciali del pisano.