Un pacchetto di interventi e incentivi per la reindustrializzazione e la riconversione dell’area portuale e del polo siderurgico di Piombino che prevede risorse per complessivi 50 milioni, di cui 32 di incentivi regionali e gli altri 20 di competenza del ministero dello sviluppo economico. Con la delibera approvata oggi dalla Giunta regionale – una delibera ‘tecnica’, denominata pre-call, che verrà pubblicata nei prossimi giorni a cura di Invitalia – vengono messe in fila le misure di cui potranno usufruire le aziende. Ma soprattutto viene definito, quanto ai lavoratori, il bacino di riferimento e i criteri di individuazione dell’indotto siderurgico che saranno fatti propri dalle iniziative future: non solo della Regione ma anche quelle messe in campo dallo Stato.
Il via dal 2015 «Si tratta di un passaggio essenziale – commenta l’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini – e di un ulteriore passo in avanti per l’attuazione dell’accordo di programma firmato lo scorso aprile, dopo quelli molto importanti già compiuti nei giorni scorsi sulle risorse per la Bonifica. Gli interventi per la reindustrializzazione, che potrebbero partire ad anno nuovo, potrebbero realizzarsi in un quadro di maggiore tranquillità viste le prospettive aperte per la Lucchini con i due progetti industriali oggetto della verifica da parte del commissario. Col piano ci prefiggiamo di attrarre nuovi investimenti e nuovo lavoro a Piombino e nella Val di Cornia».
Nuove opportunità per gli operai senza lavoro L’intervento è rivolto ai lavoratori del settore siderurgico, sia diretti che in particolare, a tutti quelli dell’indotto, espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi. La delibera fissa i paletti: il personale da rioccupare sarà costituito dai lavoratori di Lucchini, Arcelor Mittal Piombino e Dalmine rimasti senza lavoro o che hanno usufruito di qualche ammortizzatore sociale, non importa se assunti come subordinati o parasubordinati, l’essenziale è che siano stati occupati fra il 2010 e il 26 aprile 2014. Ci rientreranno così anche i lavoratori a progetto, chi ha avuto contratti di collaborazione, da lavoro occasionale accessorio o di agenzia a tempo indeterminato, ma non i lavoratori autonomi. Lo stesso vale per chi ha lavorato nelle imprese dell’indotto ubicate nell’area di crisi – ovvero , oltre a Piombino, anche San Vincenzo, Suvereto e Campiglia Marittima – o nei comuni attigui di Follonica, Castagneto Carducci, Sassetta, Monteverdi Marittimo, Monterotondo Marittimo e Massa Marittima. Per riqualificare il polo di Piombino, rafforzandone il tessuto produttivo ma anche cercando sbocchi alternativi all’attuale indotto siderurgico, la delibera elenca varie misure.
I bandi previsti Sono previsti bandi per la ricerca e lo sviluppo, bandi sull’innovazione e fondi rotativi con finanziamenti a tasso zero che aiuteranno a sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese, quelle dell’industria e artigianato ma anche del turismo e del commercio. Verranno offerte garanzie per facilitare l’accesso al credito di chi si rivolge alle banche per un prestito. Ci saranno incentivi alle assunzioni e programmi di formazione continua. Tra gli strumenti a disposizione per aiutare chi intende avviare nuove iniziative imprenditoriali strategiche per la regione intera (e di un certo peso, soprattutto occupazionale ) potranno essere utilizzati anche protocolli di insediamento. Tutti strumenti generali che d’ora in poi avranno un richiamo specifico alla realtà di Piombino.