«Come è noto è un problema ancora aperto, tra l’altro sul settore siderurgico in Italia abbiamo sia il problema di Piombino, sia il problema dell’Ilva, sia più in generale di politiche in generale». Così il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, a margine di un direttivo svoltosi nella sede della Cgil a Firenze, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli hanno chiesto a che punto sia la situazione delle acciaierie a Piombino dopo il cambio di proprietà con l’azienda Aferpi. «Proprio nei giorni scorsi noi abbiamo chiesto che il governo sia assuma pienamente la sua responsabilità, che convochi un tavolo, anche perché li ci sono degli impegni non ancora rispettati.- ha aggiunto Maurizio Landini – Ci sono degli investimenti da fare che ancora non sono stati fatti, c’è un accordo di programma che va realizzato e siccome questi impegni non erano stati presi solamente con il sindacato ma anche con il governo, il governo credo debba svolgere un ruolo anche per garantire una ripresa vera degli investimenti».
Toscana fotografia del paese Il direttivo regionale Fiom è stato anche il punto per valutazione la situazione metallurgica in Toscana e segnatamente nella zona di Firenze. “L’industria metalmeccanica qui a Firenze in realtà è una fotografia più generale. Abbiamo gruppi che vanno bene, aziende che hanno investito, che sono cresciute, che esportano, così come convivono realtà in difficoltà, in crisi, aziende che hanno chiuso o che non l’hanno superata la crisi. –ha aggiunto Maurizio Landini – Questa è la fotografia di questo Paese, con un rischio molto consistente di regressione dell’industria manifatturiera ed è evidente che gli impegni e le battaglie che nelle prossime settimane noi mettiamo al centro sono molto importanti: c’è il contratto, allo stesso tempo c’è la proposta della Cgil di un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che sarà sottoposto ad una consultazione straordinaria di tutti gli iscritti, a cui si chiederà anche il consenso per avviare una pratica di referendum abrogativi di leggi sbagliate che il governo sta facendo. Il messaggio che noi mandiamo anche da Firenze al governo è che sia sulla pensioni, dove va riaperta una trattativa vera e vanno cambiate quelle pensioni, sia sui diritti che vanno estesi e non vanno cancellati, sia sul rilancio dell’economia e quindi vuol dire rinnovare i contratti,e allo stesso tempo estendere i diritti, noi non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la guardia, anzi pensiamo di costruire su questo una primavera di mobilitazione, di partecipazione, di lotta e di domanda democratica per cambiare questo Paese».
Il sindacato Affiancato dalla segretaria Cgil Paola Galgani, e dal segretario cittadino Fiom, Daniele Calosi, Maurizio Landini ha approfittato dell’evento fiorentino per presentare il suo libro sul sindacalista Di Vittorio. «Credo che sia uno dei più importanti sindacalisti che ci sono stati nel nostro Paese, quello della ricostruzione, quello che negli anni ’50 propose lo statuto dei diritti dei lavoratori e – ha concluso Landini parlando di Di Vittorio– proprio perché adesso si sta mettendo in discussione il lavoro ed i diritti nel lavoro, penso che sia importante cogliere di quell’insegnamento la necessità di unire il lavoro e dentro questo oggi pensare ad uno statuto di tutti i diritti, di tutte le forme di lavoro, compreso il lavoro autonomo, che credo debba essere il nuovo orizzonte di battaglia da fare per cancellare il Jobs act e per tornare ad unire il mondo del lavoro che non è mai stato così diviso e frantumato, e dall’altra parte rimettere al centro l’idea del valore del lavoro che credo sia molto importante perché è il momento di ridisegnare e di cambiare davvero questo Paese ma avendo in testa la difesa degli interessi della maggioranza di questo Paese, e non solo delle imprese e del mercato».