tempo_di_ghiaccioli_1bMa quanto sono irresistibili i negozi specializzati in utensili da cucina! No, non i casalinghi, in cui si trova di tutto dai bicchieri per il  cognac ai pelapatate. Mi riferisco a quelli dove il livello specialistico sale e si vende l’impensabile, l’accorgimento tecnico-pratico per cuocere il soufflé che ti fa chiedere: «ma perché non lo hanno inventato prima?» o l’ultimo modello di abbattitore elettrico che ti fa rimpiangere i soldi spesi in quello appena comprato.

Uno di questi santuari del gourmet praticante è vicino a casa mia. E non è un bene, perché evitare di passarci davanti per non cadere in tentazione oltre i limiti del portafoglio mi costringe a lunghe deviazioni, che si concludono in parcheggi ostili al mio poco tempo libero. Ma ogni tanto ci vado. E raramente esco a mani vuote.

Entrare lí dentro è come andare a Disneyland, come trovarsi in una stanza e scoprire che è passato Babbo Natale. Solo che tutti quei giochi meravigliosi non sono proprio tutti per te. È lì che ho scoperto gli accessori da microonde Lekué – chiamarle pentole non si può però non sono nemmeno normali contenitori e sono portentosi quando si tratta di cuocere cereali e verdure – e sperimentato gli stampini da muffin e cupcake più mirabolanti della fantasia gastronomica.

La scoperta più recente è una padella in ferro al 99% e cera d’api biologica. Sì, proprio la cera delle api usata per sigillare, non chiedetemi ‘come’ perché le istruzioni non lo dicono, la superficie di cottura. E il bello è che la padella più diventa nera e più cuoce bene. A me sembra un po’ un miracolo a rovescio, ma funziona.

In mezzo a tante meraviglie professionali, ci sono anche quei piccoli gioielli che fanno la poesia della cucina da dilettanti. L’ultimo l’ho scoperto grazie al fiuto per l’insolito di mia figlia. É un talento naturale: se esiste qualcosa di bizzarro, e rosa, lei lo troverà. Il rosa è il suo colore «deferito» e tutto ciò che è rosa le appartiene di diritto. Quando mi ha messo in mano, ai fini dell’acquisizione, un porta cubetti di ghiaccio a forma di pinguino color confetto ho avuto un sussulto.

E che me ne faccio? Lasciarlo al negozio non è stato possibile e il porta cubetti rosa è venuto a casa con noi. Poi è stato riempito di acqua e posizionato garbatamente nel freezer. La mattina dopo, appena sveglia, la mia principessa ha cinguettato: «mamma ora sono pronti, possiamo mangiare i pinguini?».

Credetemi, non c’è modo di convincere una bimba di 4 anni che i ghiaccioli non si mangiano a colazione…