«Nel Mugello ci ho passato la mia infanzia, esattamente a Vaglia ma ho frequentato anche Scarperia, la piscina di S.Piero a Sieve e tutta la zona delle colline. A girarci il film sono trovato benissimo, e l’unico difetto è che ho preso 7 kg per quanto ho mangiato bene. Dalla popolazione mugellana ho ricevuto un affetto incredibile. Mi auguro che il film faccia da promotore turistico per quelle zone». Torna da oggi al cinema con ‘Se son rose’ il regista ed attore toscano, Leonardo Pieraccioni, che si racconta in una commedia melanconica ed anche un po’ nostalgica, alle prese con gli amori passati, ma soprattutto quello presente per la figlia, Martina nella vita reale, Yolanda nel film, e per una fantomatica ‘48’, in arte Fioretta, interpretata da Antonia Truppo, forse una nuova storia per il protagonista che si chiama Leonardo.
Pieraccioni: «Ogni volta scopro e riscopro posti nuovi» «Le città toscane sono meravigliose: non avevo ad esempio mai visto il centro di Prato ed in questo film l’ho scoperto ed è fantastico – ha aggiunto Pieraccioni che in ‘Se son rose’ è vittima di una trappola della figlia Yolanda che manda a sua insaputa un messaggio alle sue ex per dire di essere cambiato e di essere pronto per riprovarci con l’amore- Girare in questa regione è sempre meraviglioso e mi diverto perché ogni volta scopro e riscopro posti nuovi, capendo anche la diversità e la romanticità di posti che mi erano conosciuti. Parlando con Giovanni Veronesi, che ha sceneggiato con me molti film, ma non questo, ci siamo detti che al cinema come nella vita paga soprattutto la sincerità -ha proseguito Pieraccioni, che oggi ha presentato il suo film all’Uci cinemas di Campi Bisenzio- Io mi sono raccontato come mai avevo fatto fino ad oggi e mi sono aperto ai sentimenti che ho dentro e alle mie sensazioni. Ho voluto mettermi a nudo davanti al pubblico che penso possa ritrovarsi specie perché il tema di chi è deluso nell’amore è qualcosa di comune a tutti. Mi sono divertito, sono stato rimproverato dalle protagoniste del film, tutte bravissime, da Gabriella Pession a Mariasole Pollio, passando per Michela Andreozzi, Elena Cucci e la mia amica Caterina Murino, ma soprattutto sono stato ‘vittima’ di mia figlia che ha voluto recitare una parte ed entrare in questa mia idea di storia sulla propria vita, con un pizzico di nostalgia e voglia di analizzarsi. Penso che chi verrà a vedere il film trovera’ parti di sé, avrà voglia di porsi delle domande, e ridere riflettendo, che è un qualcosa a cui ho lavorato molto, curando molto con Filippo Bologna che con me ha scritto la sceneggiatura»