Toscana-Piemonte 0-7. È questo l’amaro bilancio dell’ultimo weekend calcistico e della doppia sconfitta riportata da Fiorentina e Siena rispettivamente contro Juventus e Novara. Due ko pesanti che segnano notevolmente quello che sarà il prosieguo del campionato di Serie A per viola e bianconeri.
Fiorentina-Juventus 0-5 Clamoroso il tonfo interno della Fiorentina, piegata da una Juventus superiore ma che ha viaggiato sul velluto, non trovando di fronte a sé alcuna resistenza da parte dei viola. È chiaro, l’espulsione prematura di Cerci ha segnato un match che però aveva visto in seria difficoltà la squadra di Rossi, già sotto di un gol in quel momento dopo la stoccata da fuori area di Vucinic che aveva precedentemente colpito un palo. Dopo il rosso per la ‘schettinata’ di Cerci, che fa ‘naufragare’ così le sue speranze di poter avere ancora un ruolo nel progetto viola, la situazione è precipitata vertiginosamente. E quella che doveva essere una serata di sport, di festa e goliardia (tanti i tifosi con le parrucche per ironizzare sul look del rivale tecnico, Antonio Conte), si è trasformata nella notte delle polemiche e delle contestazioni a squadra e società. Svuotata sin da metà del secondo tempo, la Curva Fiesole si è poi schierata di fronte all’uscita degli spogliatoi, mentre nelle tribune centrali del Franchi si cercava l’assalto verbale ai Della Valle. La Fiorentina è adesso sull’orlo del baratro. Sconsolata l’espressione di Delio Rossi durante la partita mentre vedeva la pochezza della sua squadra soccombere di fronte ai colpi di Vucinic, Vidal, Marchisio, Pirlo e Padoin. Occhi commossi e disperati, emblematici come quelli di Schillaci a Italia ’90, che hanno portato il tecnico viola a rassegnate dimissioni al termine dell’incontro. Dimissioni rispedite al mittente perché, obiettivamente, le colpe di Rossi si possono dire limitate, stante quelle che sono le risorse tecniche a sua disposizione. A cadere è bensì la testa di Pantaleo Corvino a cui la famiglia Della Valle non vuole rinnovare il contratto al termine di questo ‘annus horribilis’. È Corvino a pagare per tutti. È lui a fare le spese per una squadra che non ha sostanzialmente niente dentro, nemmeno l’orgoglio necessario per sopperire ad evidenti limiti tecnici e caratteriali. Il pesante ko con la Juventus ha fatto emergere tutto questo, facendo precipitare ulteriormente una situazione di classifica già precaria di per sé. Ad inizio stagione si parlava di Europa League per la Fiorentina, adesso si devono difendere quei 6 punti che dividono i viola dalla zona retrocessione. Certo è, che se l’atteggiamento sarà quello visto con la Juventus, le probabilità di replicare all’exploit negativo della Sampdoria nello scorso anno potrebbero trasformarsi in drammatiche certezze.
Siena-Novara 0-2 Sconfitta interna anche per il Siena di Sannino che fallisce l’occasione di fare un deciso passo in avanti verso la salvezza. Ai bianconeri è mancato il consueto carattere che, specialmente nelle uscite casalinghe, aveva fatto le fortune del Siena di quest’anno. I gol di Rigoni e Porcari risollevano la stagione e riaprono il discorso salvezza anche per il Siena che rimane con 6 punti di vantaggio sul terz’ultimo posto ma che si morde le mani per non aver centrato una vittoria che avrebbe messo una seria ipoteca sulla permanenza in A. Invece così non è stato a causa di un atteggiamento un po’ vanitoso da parte dei bianconeri che, dopo un primo tempo tutto sommato sufficiente, sono scesi in campo nella ripresa con la superficialità di poter sfondare a loro piacimento. Invece a sfondare è stato il Novara grazie alle stoccate da fuori di Rigoni e Porcari imbeccati dagli assist di Caracciolo, decisivo al suo ingresso a partita in corso. Un atteggiamento, quello del Siena, che la compagine di Sannino non si può permettere, soprattutto quando in attacco mancano Calaiò e Destro. Inutile puntare il dito anche sulla possibile distrazione dettata dalla storica semifinale di Coppa Italia che i bianconeri dovranno affrontare mercoledì a Napoli: a certi livelli, se si vuole centrare gli obiettivi prefissati, occorre pensare partita per partita e cercare di avere un atteggiamento più umile e battagliero. Altrimenti, anche quella prestigiosa semifinale di Tim Cup, conquistata con la fatica e il sudore sul campo, rischia di trasformarsi in una passerella finale per vittime sacrificali.