Con l’esortazione Apostolica Amoris Laetizia, Papa Francesco fa fare un passo importante alla Chiesa. Senza toccare la dottrina cattolica, senza sfiorare la teologia, come nel suo stile, ma con pura pastorale.
Al numero 3 dell’introduzione, leggiamo: «Ricordando che il tempo è superiore allo spazio, desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano». Non che non esista una Veritù in sè, ma rispetto per le diverse condizioni in cui si trovano le famiglie, vere protagoniste di questa esortazione, che è un inno all’amore coniugale, nel mondo di oggi.
Per il Papa, il vero nemico al giorno di oggi, è «una cultura che spinge i giovani a non formare una famiglia, perché mancano loro possibilità per il futuro». Un messaggio chiaro anche e proprio alla nostra Europa. In un mondo che punta alla convivenza, o a altri tipi di unione, Bergoglio non impone, ma vuole riscoprire la bellezza del matrimonio:
«Benché sia legittimo e giusto che si respingano vecchie forme di famiglia “tradizionale” caratterizzate dall’autoritarismo e anche dalla violenza, questo non dovrebbe portare al disprezzo del matrimonio bensì alla riscoperta del suo vero senso e al suo rinnovamento».
Durissimo l’attacco alla teoria gender: «L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini».
Forti le parole sulla sessualità: citando Giovanni Paolo II, Francesco fa un altro passo in avanti: «L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi». Quindi l’amore sessuale, dentro una famiglia, è un Dono di Dio, una cosa naturale, un qualcosa con in quale si dialoga con l’altro. Questo passaggio è importante, forse in contrapposizione con una vecchia morale. Però con questo dobbiamo dire che il Papa riallinea la Chiesa con quanto già il 99% dei credenti fa, crede, e pratica. Un merito certamente, uno sforzo di equilibrio tra diverse anime, di apertura ma insieme di fedeltà biblica.
L’Amore è sempre un dono di Dio, da vivere anche insieme ad un sano erotismo che non è solo fine alla procreazione. Questo credono i cattolici italiani da sempre. E sui divorziati, serve valutare caso per caso, perchè ogni storia è diversa, e anche qui. Il Papa, come un buon pastore, il sacerdote del paese, l’amico di famiglia, non vuole giudicare, ma alla luce della Dottrina Cattolica cerca di indirizzare con misericordia. Credo che questo passaggio sarà molto importante nel futuro, perchè si sentiva il bisogno di sanare la ferita tra la sessualità e la Chiesa, sorta circa cinque secoli fa con la Controriforma.
L’Amore, se ben usato, è un dono. Forse è l’ora di concentrarsi anche su altre questioni morali.