Un mazzo di fiori e il Pegaso, simbolo della Toscana. Jessica Rossi, la ragazza grossetana picchiata dall’ex fidanzato (leggi), è stata ricevuta oggi in Regione dal presidente Enrico Rossi. «E’ la più bella cosa che mi è capitata dopo che ho deciso di reagire pubblicamente e denunciare a quanto era accaduto» ha detto la ragazza che era accompagnata dai genitori e dal suo legale Alessio Scheggi. «Spero che con questo mio gesto tantissime donne abbiano il coraggio di denunciare – ha aggiunto – La mia vita è cambiata in meglio, mi sento un esempio per tantissime donne. Sono emozionatissima, veramente felice di aver ricevuto questo premio, per me è un onore».
La violenza non deve esistere «Ho voluto testimoniare a Jessica la vicinanza della Toscana e delle istituzioni, così come hanno fatto la presidente del Senato (leggi) e il sindaco di Grosseto, dopo il suo esemplare gesto di reazione pubblica a quanto le era accaduto – ha spiegato Rossi -. Un gesto di coraggio che dovrà essere imitato perché servirà a dissuadere e a dare coraggio. Siamo purtroppo ancora lontani dalla parità dei sessi, deve crescere assolutamente il livello di civiltà complessiva. Ma io dico che le mani vanno tenute a posto; si può discutere, litigare e magari lasciarsi, sta nelle cose, ma la violenza non deve esistere, come purtroppo i dati e le notizie continuano a dirci».
Aumentare il numero delle case di accoglienza «Abbiamo soltanto 7 case rifugio – ha detto il presidente Rossi – destinate all’accoglienza delle donne vittime di abusi e violenze – per 68 posti: dobbiamo aumentare, investire ancora di più in questo settore. In 4 anni – ha spiegato Rossi – sono stati 28 i femminicidi in Toscana: abbiamo ricevuto 8.500 denunce nei centri antiviolenza, e 4.500 riguardano violenze subite dai partner». Per questo, secondo Rossi, «è necessario investire nei centri di accoglienza perché per una donna, dopo aver denunciato, inizia il periodo più critico, perché c’è un rischio maggiore di sopraffazione e violenza, e quindi le donne che hanno questo coraggio devono essere ospitate in un ambiente protetto, essere messe in condizione di sicurezza. Penso che tante donne siano frenate nella denuncia per la difficoltà nel trovare un’ospitalità protetta, non accessibile al violentatore. Siamo intenzionati ad aumentare il numero di queste case».