Il Piano Lupo che verrà discusso in Conferenza Stato-Regioni non può essere in nessun modo accantonato per lasciare spazio agli interessi delle lobby animaliste e a tutti coloro che non hanno a cuore le sorti di migliaia di allevamenti ovini, che ogni giorno sono minacciati dalla presenza del lupo e di altri animali selvatici. Per questo la Cia Toscana sostiene il ‘Piano’ e le azioni che stanno portando avanti il ministro Galletti e, per quanto riguarda la Toscana, l’assessore regionale Remaschi all’interno della Stato-Regioni. Oltre alla pastorizia, si rischia di pregiudicare l’economia di intere aree rurali, in particolare quelle montane e svantaggiate, con danni, oltre all’economia, anche all’ambiente, territorio e biodiversità.
Intanto Cia Siena e Cia Grosseto, con Confagricoltura Siena e Grosseto, promuovono – in collaborazione con amministratori delle province di Siena e Grosseto – l’iniziativa in programma a Monteriggioni (Si) – Auditorium ChiantiBanca – martedì 21 febbraio (ore 16), al fine di dibattere l’annoso problema delle predazioni delle greggi e degli allevamenti zootecnici che, da tempo, sta decimando le produzioni e mettendo a forte rischio il settore. Oltre ad allevatori ed organizzazioni di categoria, all’incontro parteciperà anche l’assessore regionale all’agricoltura Marcio Remaschi, che sta sollecitando – in sede di Conferenza Stato-Regioni – l’adozione da parte del Ministero dell’Ambiente del Piano Lupo.
E’ intenzione delle organizzazioni che promuovo l’incontro, in collaborazione con i sindaci che hanno dimostrato attenta sensibilità al problema, alla Regione Toscana che supportando e sostenendo concretamente gli allevatori toscani, di predisporre un documento congiunto tale da evidenziare le problematiche e chiedere con urgenza interventi immediati. Gli stessi allevatori, poi, parteciperanno al sit in del 23 febbraio a Roma di fronte alla sede della Conferenza (giorno della nuova discussione del Piano).
Secondo la Cia Toscana il Piano, che, dopo il rinvio delle scorse settimane, rischia addirittura di essere accantonato il 23 febbraio, è un documento senz’altro migliorabile, ma in questo momento essenziale per la sopravvivenza degli allevatori sempre più esausti – afferma la Cia Toscana – di pagare il conto di inadempienze e superficialità di chi è preposto ad avere precise responsabilità. Le aziende di allevamenti e gli animali da reddito devo essere tutelati al pari del lupo. Anche perché rimangono l’ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree. Il piano lupo, inoltre, contiene 22 punti, ed è un sistema complesso di interventi; non si può ridurre il confronto di un Piano così complesso e articolato al solo problema di eventuali abbattimenti, che potrebbero rappresentare invece solo una deroga, qualora gli interventi del Piano stesso risultassero palesemente inefficaci per contenere il numero dei lupi. La Cia Toscana precisa che vuole tutelare il lupo, e il primo problema è salvaguardarne la biodiversità, a partire proprio dalla razza; per questo sostiene tutti quegli interventi che vanno a regolare il numero degli ibridi e dei cani inselvatichiti andando invece a tutelare il lupo in purezza.