FIRENZE – Terna scommette sulla Toscana. Nei prossimi 10 anni il piano di investimenti prevede 1,7 miliardi: il più alto per il Centro Italia.
L’obiettivo è quello di favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili, migliorare il livello di efficienza, resilienza e sostenibilità del sistema elettrico attraverso l’incremento della magliatura e dell’affidabilità della rete esistente e il rinforzo delle dorsali tra Sud (dove è maggiore la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili) e Nord (dove è più sostenuta la domanda di energia elettrica).
Tra gli interventi previsti, il completamento della linea a 380 kV “Colunga – Calenzano”, di oltre 80 km, che collegherà le stazioni elettriche esistenti di Colunga, in provincia di Bologna e Calenzano in provincia di Firenze, garantendo maggiore efficienza e capacità di scambio tra le aree Nord e Centro-Nord. L’infrastruttura verrà realizzata in sostituzione dell’attuale elettrodotto costruito oltre 60 anni fa e consentirà di restituire alle comunità locali oltre 200 ettari di territorio grazie alla demolizione di circa 106 km di vecchie linee aeree e alla realizzazione di 16 km di nuove linee in cavo interrato.
Il nuovo collegamento “Central Link” ricostruirà poi gli elettrodotti a 220 kV tra Umbria e Toscana, e collegherà le stazioni elettriche di Villavalle (Terni) e Santa Barbara (Arezzo). Lo sviluppo dell’opera permetterà di trasferire in sicurezza l’energia dal Centro Italia verso le aree di carico della Toscana.
Entrerà in esercizio nell’arco di Piano anche il collegamento sottomarino tra l’Isola d’Elba e la terraferma. L’infrastruttura da circa 140 milioni di euro, lunga 37 km e completamente ‘invisibile’, contribuirà a migliorare la qualità del servizio elettrico locale, garantendo importanti benefici in termini di sicurezza, affidabilità e sostenibilità ambientale. A fine febbraio Terna ha avviato le attività di posa del cavo sottomarino a 132 kV.
Infine, la realizzazione di una nuova stazione a 380 kV nell’area di Piombino, consentirà di migliorare l’affidabilità del servizio e la qualità di esercizio ottimizzando le infrastrutture sul territorio e minimizzandone l’impatto complessivo, anche grazie alla razionalizzazione degli asset esistenti.