operazione_pesce_ottobreCirca 80mila euro di sanzioni comminate, per 7,5 tonnellate di prodotto ittico posto sotto sequestro. Sono i dati che sintetizzano un’ampia operazione complessa di polizia marittima e di controlli eseguiti nella seconda metà di ottobre dalla Guardia costiera in Toscana, su tutta la filiera della pesca. In mare, le verifiche sulle attività di cattura; in banchina, le operazioni di sbarco e registrazione del pescato; sul territorio, il trasporto, la distribuzione, la vendita e la somministrazione.

I numeri Un campagna denominata “Pesce d’ottobre”, coordinata dalla Direzione marittima della Toscana-2° Centro Controllo Area Pesca di Livorno ed eseguita dal personale ispettivo di tutti gli uffici marittimi dislocati sui circa 600 chilometri di coste della Regione, isole comprese. 42 militari e 13 motovedette, sono le risorse impiegate per portare a termine 373 controlli, dai quali sono scaturite 52 sanzioni e 32 sequestri, tra attrezzature e pescato. Si tratta della prima operazione effettuata dopo l’entrata in vigore della nuova normativa che ha inasprito le sanzioni per le violazioni in materia di pesca, sia per gli operatori del settore, sia per i pescatori dilettanti, questi ultimi, soprattutto in caso di cattura di pesce sotto la taglia minima prevista dalle norme. I prodotti posti sotto sequestro, ove possibile, sono stati donati ad enti caritatevoli, dopo l’autorizzazione del servizio veterinario dell’ASL per il consumo umano.

A Livorno I militari della Capitaneria di porto, durante i controlli a Livorno hanno sanzionato per complessivi 1.500 euro un operatore della grande distribuzione, responsabile di avere posto in vendita ai clienti prodotti privi dalle informazioni obbligatorie sulle etichette. Nella stessa occasione, è stata contestata la commercializzazione di altra merce sulla quale, invece, erano presenti soltanto informazioni in lingua inglese. 2.000 euro sono stati applicati nei confronti del responsabile dell’autocontrollo, per non aver restituito al fornitore i prodotti con le etichette non conformi e per averli quindi proposti ai clienti. Anche lo stesso fornitore, un grossista di Bagheria (Palermo) si è visto recapitare un verbale da oltre 3.000 euro per aver commercializzato detta merce, consistente in 50 confezioni di “Filetti di Acciuga”. Siciliano, della marineria di Giardini Naxos (Messina), anche un peschereccio, fermato ad alcune miglia da Livorno. Per il comandante e l’armatore sono state applicate oltre 300 euro di sanzioni per l’irregolare composizione dell’equipaggio presente a bordo. La stessa sanzione è stata comminata ad un peschereccio di Livorno. Salate le multe anche per due pescatori dilettanti di 32 e 59 anni, il primo di San Giuliano Terme (Pisa), il secondo della provincia di Modena (Formigine). I due pescasportivi sono stati fermati a 40 miglia da Livorno nella zona del Banco di S. Lucia con una quindicina di esemplari di “occhioni” aventi lunghezza inferiore a quella stabilita dalle normative europee vigenti, e quindi tutti sotto i 33 centimetri. 2.000 euro la multa. Il prodotto, poco più di 6 kg, la sera stessa ha impreziosito il menù proposto dalla mensa di un ente caritatevole di Livorno.

A Cecina Nelle acque di Cecina, un natante da diporto con a bordo un pescatore dilettante è stato fermato dai militari della Guardia costiera del luogo per la verifica degli attrezzi impiegati per l’attività ricreativa. Sull’unità è stata rinvenuta una rete da posta di oltre 100 metri, attrezzo il cui utilizzo è severamente vietato ai pescatori non professionisti. 4.000 euro e attrezzatura sequestrata, sono le conseguenze per un uomo di 45 anni di Cecina.

A Piombino L’azione degli ispettori pesca della Capitaneria di Livorno si è concentrata anche a Piombino, dove è stata sequestrata ad un grossista della zona un’imponente partita di prodotti ittici vari, per la maggior parte alici e sarde, detenuti in magazzino, accompagnati da documentazione non conforme rispetto alle previsioni di legge che regolano i sistemi di tracciabilità. 6.400 kg, il quantitativo sequestrato nell’occasione ad un uomo di 57 anni di Piombino, al quale è stata inflitta anche una sanzione amministrativa di 1.500 euro. Altre operazioni in città sono state eseguite dai militari della Guardia costiera piombinese, i quali hanno comminato sanzioni per 12.000 euro, sequestrando 70 kg di pesce di provenienza non certificata.

operazione_pesce_ottobre1All’Isola d’Elba Numerose le attività poste in essere dalla Capitaneria dell’Isola d’Elba, dove i militari hanno portato a termine diverse attività di verifica, dalle quali sono scaturite 6 sanzioni, per complessivi 9.000 euro, comminati, tra mare e terra, ad operatori del settore. Oltre mezzo quintale il prodotto sequestrato in 4 operazioni, di cui una riguardante 1 attrezzo da pesca. Una rete da posta professionale impiegata illegalmente. È ancora ignoto il responsabile. Le non conformità in materia di commercio sono state contestate a Portoferraio, Rio Marina, Campo nell’Elba, per la maggior parte, in relazione alla mancanza di tracciabilità. Ristoranti e pescherie dell’isola si son visti comminare le pesanti sanzioni, perché privi di documentazione di provenienza dei prodotti tenuti nelle celle frigo e sui banchi a disposizione della clientela. È probabile si tratti di prodotti provenienti da attività illegali, ovvero dalle catture di soggetti non professionali. Direttamente dalla sala operativa della Capitaneria di Livorno è stato infine recapitato un verbale da 2.000 euro, comprensivo di 6 punti da applicare sulla licenza di pesca, ed altrettanti sul proprio titolo professionale, ad un comandante di un peschereccio di Marina di Campo e al suo armatore, per avere omesso di registrare sul giornale di bordo dell’imbarcazione i dati delle catture. Un’analisi incrociata di dati inseriti nei vari sistemi a disposizione della Guardia costiera, ha permesso di scoprire l’illecito. Alla più volte attestata posizione in mare dell’imbarcazione, visibile dai monitor dal sistema di identificazione automatica (AIS), alle diverse transazioni commerciali e alle note di vendita registrate sulla piattaforma del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, non aveva fatto riscontro la registrazione degli sbarchi del pescato da parte del comandante, obbligatoria per legge. Questa circostanza ha fatto scattare i controlli e le conseguenti sanzioni da Livorno.

A Pisa In una pescheria del centro di Pisa, i militari della Guardia costiera dell’Ufficio locale marittimo di Marina di Pisa hanno sanzionato un pisano di 67 anni, gestore dell’esercizio per aver messo in vendita prodotti ittici dei quali non è stato in grado di dimostrare agli ispettori intervenuti la provenienza attraverso la documentazione detenuta in negozio. La merce, si ipotizza, potrebbe essere proveniente da attività di pesca illegale. Ad oltre 5 kg ammonta il quantitativo di prodotto posto sotto sequestro e 1.500 euro la sanzione applicata al commerciante.

A Lucca, Viareggio e in Versilia Il personale ispettivo della Capitaneria viareggina ha sanzionato 9 operatori, per un totale di 16.500 euro. Circa 20 kg di pesce in 6 sequestri, comprendenti anche 48 attrezzi illegali, tipo nasse, è il frutto dell’attività di controllo eseguita dalla Guardia costiera del luogo, a Viareggio e in tutta la Versilia. In 7 attività commerciali, tra pescherie e ristoranti, sono state riscontrate non conformità alle norme in materia di tracciabilità dei prodotti ittici. A Viareggio, il comandante di un peschereccio è stato multato per complessivi 2.000 euro, ai quali si aggiungono 6 punti sulla licenza di pesca e sul suo libretto di navigazione, per non aver assicurato la trasmissione dei dati della propria posizione in mare tramite il sistema satellitare di riconoscimento, in dotazione all’imbarcazione (cd. blue box). Un modo per eludere i controlli della sala operativa livornese, dalla quale avviene il monitoraggio. La mancanza del peschereccio sul monitor, invece, ha fatto scattare il controllo e la conseguente sanzione dal personale addetto al 2° Centro di Controllo Area Pesca di Livorno.

A Massa e Carrara 7.500 euro è l’ammontare delle sanzioni comminate dagli uomini della Capitaneria di porto di Marina di Carrara in tutta la provincia di Massa e Carrara durante la campagna coordinata dalla Direzione marittima della Toscana. Ad oltre 70 kg, tra mazzancolle, branzini, orate, pesce spada, alici, per i quali gli operatori commerciali della zona non sono stati in grado di dimostrarne la provenienza, sono stati messi i sigilli in 5 operazioni sulla filiera ittica.

A Grosseto In più operazioni che hanno riguardato l’intera provincia di Grosseto, i militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano con il personale delle articolazioni territoriali, hanno sequestrato 15 kg di prodotti ittici e comminato oltre 7.000 euro di multe a quattro operatori commerciali. In particolare, una pescheria è stata sanzionata, per l’inosservanza delle norme sull’esposizione delle informazioni al consumatore, nonché sui rischi di contrarre patologie dall’assunzione di prodotto crudo. Ad un ristoratore e ad un operatore della grande distribuzione sono state invece contestate violazioni per la mancanza di documentazione di tracciabilità dei prodotti ittici.

Ad Arezzo Ad un quantitativo complessivo di 750 kg di prodotti ittici, alcuni di grande pregio, tra i quali aragoste, dentici, pesce spada, saraghi, sono stati applicati dagli ispettori provenienti dalla Capitaneria labronica i sigilli ad Arezzo, nei locali di un grossista che li deteneva. Alcuni prodotti non riportavano la regolare documentazione di provenienza, altri –tutti congelati- risultavano con il termine minimo di conservazione ormai scaduto, anche da oltre 2 anni. In quest’ultimo caso, è stato contestato all’operatore, l’inottemperanza al piano di sicurezza per la gestione degli alimenti (cd.autocontrollo), per non aver provveduto al ritiro della merce dal mercato. 3.500 euro, in totale, le sanzioni inflitte al responsabile dell’ingrosso, un aretino di 55 anni. Le attività di vigilanza per la prevenzione e la repressione degli illeciti in materia di pesca continueranno nei prossimi giorni,, fino al periodo delle festività, dove il livello di attenzione sarà ulteriormente innalzato dalla Guardia costiera a causa dell’aumento della domanda da parte del consumatore e del conseguente rischio di comportamenti illegali, pregiudizio per le risorse e per la sicurezza alimentare in generale. La Guardia costiera ricordainfine  l’importanza del numero per le emergenze in mare 1530, attivo 24 ore su 24, per 365 giorni l’anno, su tutto il territorio nazionale, per richiedere l’intervento immediato della Capitaneria di porto più vicina.