Quadro poco chiaro in materia di personale dei Comuni. E’ la denuncia che parte dall’Anci attraverso Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e delegato ANCI alle Politiche del Personale «I Comuni sono destinatari di interventi normativi in materia di personale sempre più puntuali – ha detto – che stanno mettendo a dura prova la capacità programmatoria delle amministrazioni locali e la concreta erogazione di servizi al cittadino».
Nuovi vincoli e Patto di Stabilità «I vincoli con i quali sono costretti a fare i conti i Comuni, aggiuntivi rispetto all’obbligo di rispettare il Patto di stabilità – aggiunge – sono molteplici, stringenti e a volte contraddittori: vincoli relativi alle assunzioni a tempo indeterminato, all’incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente, alla spesa per la contrattazione decentrata, al trattamento economico dei singoli dipendenti.Da ultimo – afferma ancora Di Primio – l’introduzione, nella legge di stabilità per il 2012, dell’ulteriore obbligo di ridurre le spese per lavoro flessibile sta creando gravissime difficoltà, soprattutto nei Comuni i cui organici sono sottodimensionati e nei Comuni che gestiscono direttamente servizi scolastici ed educativi nonché negli Enti a vocazione turistica, dove l’incidenza di tale tipologia di spesa è, per definizione, elevata, e può essere difficilmente compressa, se non determinando gravissimi pregiudizi ai cittadini».
Quadro confuso «Il quadro dunque – sottolinea il rappresentante ANCI – è confuso e molto complesso e si sta determinando negli enti una oggettiva difficoltà ad attuare vere politiche di gestione del personale; il caos normativo è peraltro aggravato dagli orientamenti, spesso contraddittori, assunti dalle varie sezioni regionali della Corte dei Conti, che ormai debordano dalle proprie funzioni. Pur ossequiosi rispetto alla funzione che esercita la magistratura contabile, non è più tollerabile che la stessa, in modo così diversificato, interpretando la norma sugli enti locali, ne condizioni di fatto la attività. E’ per tale ragione – prosegue Di Primio – che ribadiamo la necessità, più volte espressa dall’Associazione, di una revisione complessiva del sistema di regole che governano il contenimento delle spese di personale nelle amministrazioni locali. Occorrono poche regole, rigorose ma chiare e coerenti, che restituiscano i giusti margini di autonomia ai Comuni».
Confronto con il Ministero «Chiediamo dunque – conclude – che rapidamente si dia seguito alla richiesta, già più volte avanzata dall’Associazione, di apertura di un confronto serio e serrato con i competenti Ministeri, in particolare con il Ministero per la Pubblica Amministrazione, al fine di individuare, nell’ambito del comune obiettivo di contenimento dei costi ed in un’ottica di collaborazione, poche regole, chiare, applicabili e non inutilmente lesive dell’autonomia dei Comuni».