Anche a Firenze saranno installate le Stolpersteine, le ‘Pietre d’inciampo’, dedicate alla memoria delle vittime del nazi-fascismo. La prima posa è in programma alle 12.30 del 9 gennaio, in via del Gelsomino 29, alla presenza dell’artista tedesco Gunter Demnig che le ha ideate e create, della vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi e dei rappresentanti della Comunitá ebraica di Firenze.
24 pietre in città Tra il 9 ed il 23 gennaio, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, saranno posizionate 24 pietre in diverse strade sul marciapiede di fronte alle abitazioni dei deportati. Giovedì prossimo oltre a via del Gelsomino (per ricordare Rodolfo e Noemi Levi, Rina e Amelia Procaccia, Alda e Angelo Sinigaglia), le pietre saranno apposte in piazza Donatello 15 (in memoria di Clotilde Levi) via Ghibellina 102 (per ricordare David Genazzani), e via del Proconsolo 6 (in memoria di Elena e Abramo Genazzani e Mario Melli Genazzani).
Percorso della memoria Il progetto, voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comune, prende vita dopo l’approvazione dell’apposita delibera, il 9 aprile scorso. Le creazioni dell’artista Gunther Demnig, le Stolpersteine, avviate in Germania nel 1995, sono ormai presenti in numerose città europee e ora anche a Firenze sará realizzato un vero e proprio percorso della memoria sulle tracce delle famiglie ebree arrestate e deportate nei campi di sterminio negli anni del secondo conflitto mondiale. «Da Firenze – ha ricordato la vicesindaca e assessora alla toponomastica Giachi – sono partite più di 300 persone che non hanno mai più fatto ritorno a casa. Numerose sono state le famiglie che ci hanno chiesto che la città custodisse la memoria dei loro cari. L’apposizione delle Pietre d’inciampo è il giusto traguardo, dopo un grande lavoro, per preservare il ricordo dei nostri concittadini”. “Le Pietre d’inciampo – ha aggiunto – sono l’ulteriore dimostrazione di quanto Firenze tenga a coltivare la memoria. Sono i segni del passato che ricordano ferite rimaste aperte nelle comunità ebraica e cittadina e aiutano a stimolare in chi ci si ‘imbatte’ il ricordo della Shoà e di tutte le vittime della deportazione nei campi di sterminio nazisti».