PIOMBINO – Il quarto rigassificatore italiano potrebbe sostare nel porto di Piombino (Livorno). Dopo l’acquisto della Snam per 330 milioni della nave Golan Tundra, si lavora per il piano per sistemare l’infrastruttura.
In grado da sola di coprire il 6,5% del fabbisogno italiano per quanto riguarda il gas, producendo fino a 5 miliardi di metri cubi in un anno. Una priorità per il Paese, che in questo ambito è costretto a importare quasi tutto il materiale necessario. Merce che con la guerra è diventata ancora più preziosa. Tuttavia, per essere operativo, il rigassificatore avrà bisogno di alcuni mesi, mentre il Governo deve ancora nominare il commissario. Senza dimenticare che l’area per l’installazione non è stata individuata e la realizzazione dei collegamenti per agganciarlo alla rete nazionale.
L’opzione Piombino, in lizza insieme a Ravenna, non piace molto al sindaco Francesco Ferrari, preoccupato dalla possibilità che le attività delle PIM, Piombino Industrie Marittime, da poco avviate, possano essere compromesse. In Toscana esiste già un’altra nave per la rigassificazione: si trova tra Pisa e Livorno e a differenza delle altre, è ancorata sui fondali.