La pedofilia continua a correre sul web anche se rispetto al 2012, quando i siti segnalati erano stati 15.946, nel 2013 sono scesi a 6.389. La nuova frontiera da contrastare è però il “deep web”, ossia il web “sommerso”, le cui segnalazioni sono salite da 21.357 a 23.431. Questi alcuni dei dati diffusi oggi da don Fortunato Di Noto che ha presentato il Report annuale 2013 dell’associazione Meter nel corso di un convegno su “pedofilia e insidie del web” in corso ad Arezzo.
Social network piattaforma ideale per l’esplosione del fenomeno I domini generici continuano ad essere utilizzati dai pedofili per mantenere l’anonimato e rappresentano l’82,15% delle segnalazioni, il 9,78% è costituito da domini specifici. La presenza di comunità pedofile su social network è pari al 7,99% e proprio i social network si rivelano sempre più un’ottima piattaforma per la propaganda pedofila, dove lo scorso anno è «esploso» il ruolo dell’Africa che alimenta sempre di più la rete. Sui 1.560 siti individuati nel mondo l’Italia continua ad avere un ruolo abbastanza importante: con 32 siti e riferimenti è al quarto posto della classifica in Europa. Ma il lavoro della polizia postale, in collaborazione con alcune associazioni, sta dimostrando la sua efficacia.
In Italia sono i minori stessi che producono materiale a sfondo sessuale Per quanto riguarda l’Italia il Report conferma che sono sempre più «i minori a produrre deliberatamente materiale a sfondo sessuale» e a metterlo direttamente in rete. Nel 2013 l’Associazione Meter ha erogato 735 consulenze telefoniche, 533 delle quali hanno dato risposte a chiamate arrivate dalla Sicilia, 54 dal Lazio, 35 dalla Lombardia. Nonostante le difficoltà economiche, segnalate anche oggi da don Di Noto, i professioni di Meter, nel 2013, hanno incontrato 14.300 persone in tutto il territorio nazionale.
Sempre più minorenni denunciano «I ragazzi vanno creduti, capiti, ascoltati. Il dato positivo di questi ultimi tempi è che sempre più minorenni denunciano persino loro stessi raccontando storie drammatiche ma aprendosi – ha aggiunto Di Noto – L’adulto non deve bloccare questa tendenza ma favorirla – ha proseguito – perché l’apertura e il dialogo sono la migliore prevenzione. Gli adulti devono assecondare e accompagnare il ragazzo che si sente di parlare, di raccontare anche attraverso sms e social network: solo così possiamo intervenire per prevenire ma soprattutto per curare chi ha subito abusi»
Polposta: “Fondamentale il dialogo con i genitori» «La consapevolezza sui rischi fa già molto in chiave preventiva, ma è soprattutto il dialogo con i figli, mai come ora esposti a rischi in rete elevatissimi aumentati dalla presenza di social network spesso insidiosi» ad evitare lo sviluppo di pratiche pericolose. Lo ha detto il dirigente nazionale della polizia postale Antonio Abruzzese. «I social network e la rete in generale – ha detto Abruzzese – rappresentano una grande opportunità ma anche un grande rischio come dimostrano i recenti casi di baby prostituzione: spesso i ragazzi abusano della rete anche verso i loro coetanei. Il loro mondo oggi è tutto sul web, i ragazzi hanno capito questo e gli adulti non devono rincorrerli nel tecnicismo ma prevenire. La polizia postale – ha concluso – , attraverso campagne di sensibilizzazione, cerca di lavorare proprio in questo senso».