Un documento duro che attacca i vertici provinciali e che, di fatto, decapita l’Unione comunale del Pd di Sovicille, facendo precipitare il partito, che attualmente guida con un monocolore la Giunta di Alessandro Masi nel caos. A tanto è arrivata ieri notte la tensione nella riunione tenutasi a Barontoli per un’analisi del voto delle primarie a quasi venti giorni di distanza.
«Credersi protagonisti di una vittoria che non è quella del Pd che noi conosciamo né di una politica che fa dell’etica la sua parte fondante e vitale – si legge nella parte conclusiva del documento – sia divenire in qualche modo artefici di un decadimento politico e personale, e per questo rassegniamo al segretario comunale le nostre dimissioni dall’unione comunale di Sovicille».
I firmatari sono: Federico Borgianni, Marilena Periccioli, Angela Ricevuto, Giovanna Poma, Marco Cappelli, Mario Carli, Fabrizio Pallini, Antonino Barillà, Marco Francioni, Sergio Bani, Anna Maria Di Battista, Maria Letizia Cardinali, Roberto Balestri, Agnese Monteleone, Adriana Salvini, Dario Bogi, Francesca Bruni, Brunella Baroni, Stefano Taddei, Daniele Fusi, Manuela Buccianti, Fiorenzo Pepi, Maria Letizia Mannucci, Vincenzo Faleri, Nicola Bianciardi, Antonella Battisti, Patrizia Sancasciani, Ferdinando Carli. Documento dimissioni Sovicille
«Noi membri dell’unione comunale di Sovicille avevamo raccolto con ottimismo l’invito del partito provinciale e del segretario Guicciardini a scegliere il metodo delle primarie per individuare il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra alle amministrative di maggio, convinti che potessero rappresentare un momento di crescita per il partito locale, oltre che uno stimolo alla partecipazione dei nostri concittadini alla vita della comunità-partito. Crediamo però che prima di salutare il risultato di queste primarie come una forte ipoteca sul risultato delle amministrative e come una festa di democrazia, sulla base soltanto della forte affluenza registrata a Sovicille come in gran parte della provincia, avremmo dovuto analizzare in maniera completa i dati di quell’affluenza e le modalità con cui si è svolta la campagna elettorale», così attacca il documento firmato ieri da ventotto componenti dell’Unione Comunale che poi hanno rassegnato le dimissioni dalla carica .
Poi nel documento viene descritta un’analisi del voto e dei votanti delle primarie dello scorso 9 marzo che vuole dimostrare come «a Sovicille quasi 1/10 dei votanti non potrà prendere parte alle amministrative perché non avente diritto, che un numero importante di attivisti e tesserati di altri partiti dall’estrema sinistra passando per la destra fino al Movimento cinque stelle ha partecipato alla scelta del nostro candidato sindaco, e che, cosa più grave, circa 1/3 dei nostri iscritti non si è recato ai seggi a votare».
«In questo contesto, riteniamo che il partito provinciale non abbia saputo interpretare fino in fondo il ruolo da protagonista e di garanzia che si era prefissato per questo confronto […]. Il PD provinciale non ha saputo evitare che si riproponessero slogan, riferimenti e modelli già usati durante il congresso, che dall’8 dicembre, come ci ha invece esortato il segretario nazionale fin dal suo primo discorso d’insediamento (“basta correnti, basta inciuci”) avremmo ormai dovuto ampiamente superare. Al posto di un sano e anche forte e coraggioso confronto sui programmi, abbiamo spesso assistito a mementi di denigrazione pubblica e privata dell’avversario, che certo non servono a creare il clima necessario a costruire il percorso del dopo primarie».
«A Sovicille in particolare, a tutto questo, si sono sommati gli attacchi rivolti contro l’amministrazione comunale uscente, tutta monocolore Pd, attacchi che appartengono ad un modo di fare politica che per il nostro personale sentire riteniamo più appropriato per un movimento, per una lista civica o per un comitato elettorale, non per un partito. […] Richiamare adesso chi ha condotto la propria competizione in maniera leale e corretta al senso di responsabilità per ricostruire l’unità del partito, dopo che si sono vissuti momenti di forte scontro e atteggiamenti che ci hanno lasciati effettivamente basiti senza che nessuno sia intervenuto o abbia in qualche modo risposto ai richiami e alle segnalazioni fatte, rischia per noi di fatto di essere interpretato come un modo per non affrontare il problema e mettere a tacere chi si è comportato correttamente, pur di creare le condizioni per una apparente, seppur comoda pace».
Per tutto questo, premettendo totale rispetto verso il risultato uscito dalle urne e fatti i nostri complimenti a tutti i vincitori delle primarie e soprattutto al nostro candidato Giuseppe Gugliotti, invitiamo i livelli del partito provinciale, regionale e nazionale a riflettere su quanto sia indispensabile rimodulare il meccanismo di svolgimento delle primarie, sia nel loro aspetto tecnico che nel ruolo che i livelli territoriali del partito devono essere chiamati a svolgere, perché così come oggi concepite rischiano una delegittimazione della classe dirigente del partito e la riduzione del partito stesso ad un temporaneo comitato elettorale in cui il profilo personale e politico dei candidati e la loro capacità di rappresentare il centrosinistra e il partito passano in qualche modo in secondo piano».
Ora la parola passa al segretario provinciale Niccolò Guicciardini e al candidato sindaco Giuseppe Gugliotti. Pare di capire che a Sovicille c’è un partito da ricostruire in 60 giorni.