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Il partito Democratico a Siena fa Boom. Dopo Sinalunga esplode il caso Sovicille e altri potrebbero scoppiare a breve. I risultati delle primarie dello scorso 9 marzo, infatti, fanno venire al pettine i nodi di un partito che i problemi più che risolverli pare nasconderli sotto il tappeto, appunto, delle primarie. Che alla prima occasione fanno scoppiare guerre fratricide. Niente più “Bella politica”, niente più “serate emozionanti e tanta partecipazione”, come da tempo vanno ripetendo come un mantra i dirigenti provinciali del partito e gli onorevoli senesi. A Siena e in provincia, dove il Pd si vantava di essere il primo partito in Italia per partecipazione e tesseramenti, il rischio esplosione o implosione, come volete, sembra vicinissimo. E siamo a 58 giorni dalle elezioni che vedranno alle urne 30 comuni senesi.

Queste primarie, in un clima da Idi di marzo, ne sono il segno più eloquente. Qualche giorno fa abbiamo dato conto per primi del «ricorso formale» presentato a Sinalunga dal candidato sconfitto (per soli 12 voti) Andrea Francini. Oggi proviamo a raccontare lo scontro avvenuto ieri notte a Sovicille. Ma problemi e non pochi, a quel che ne sappiamo, si registrano a Murlo, Castiglione d’Orcia, Monteroni e Poggibonsi.

Nel Comune amministrato per dieci anni dal Sindaco Alessandro Masi, le primarie sono state vinte da Giuseppe Gugliotti, già vicesindaco con Valacchi e assessore con lo stesso Masi, su Francesca Bianchi con il 62,67% dei voti, un risultato che non lascia adito a dubbi. Tuttavia, le tensioni non si sono mai attenuate, come qualcuno sperava. Pare vi fossero numerose segnalazioni di irregolarità ai garanti del partito per le primarie, che però non avrebbero sortito effetti di sorta. E così l’Unione comunale convocata ieri (dopo 18 giorni dal risultato!) al Circolo di Barontoli è stata l’occasione per far esplodere la miccia. Non proprio una festa della “Bella politica” di veltroniana memoria. E mentre Walter Veltroni domani sarà a Siena per presentare il suo film “Quando c’era Berlinguer”, il segretario provinciale Niccolò Guicciardini, avendo fiutato l’aria come un politico ben navigato, ieri non si è fatto vedere in val di Merse. Il Federale presente era Juri Bettollini, con il doppio ruolo di dirigente di Federazione ma anche di assessore a Chiusi nella giunta di Stefano Scaramelli, che da qualche tempo fa le prove generali di segretario “ombra” del Pd.

Ebbene, ieri notte, dopo la lettura di alcuni documenti durissimi, la decisione: una trentina di componenti della Unione comunale (ma potremmo sbagliare sui numeri) si sono dimessi per protesta, facendo di fatto decadere l’organismo. Compresa Francesca Bianchi che ne era il coordinatore, oltre ad essere nell’Esecutivo provinciale e presidente dell’assemblea regionale del Pd. E il partito a Sovicille, al momento, pare esploso in mille schegge.

Il caso di Sovicille è solo l’ultimo di una serie iniziata ormai nel 2012 a Siena ed evidenzia, casomai ce ne fosse bisogno, che le primarie anziché favorire la partecipazione democratica acuiscono le incongruenze di un partito che non sembra aver mai fatto sintesi e che forse non ha imparato a confrontarsi al suo interno ed a tracciare una comune rotta di obiettivi condivisi. Oltre a mettere continuamente in discussione una classe dirigente che faticosamente prova a superare la fase acuta della rottamazione dal vecchio apparato. Ora che anche a Siena pare si respiri una nuova aria e più rilassata dopo la presa di distanza di Franco Ceccuzzi, per anni deus ex machina del Partito, che da oltre un mese non starebbe più andando in via Rosi, sede della Federazione.

Le primarie diventano l’occasione per rese dei conti interne, in un dilaniarsi fratricida tra democratici, in un continuo comporsi e scomporsi di alleanze e gruppi di pressione e di potere. Altro che bella politica. Quando c’era Enrico Berlinguer regnava il centralismo democratico, e non andava bene perché il dissenso era soffocato dentro le stanze. Da quando c’è Matteo Renzi, dopo la rottamazione, pare che regni il Pd Boom.

Ah, s’io fosse fuoco