In Italia «si registrano in media 2 casi di meningite da meningococco ogni 3 giorni: si tratta di un incremento lieve, che non giustifica allarmismi». Lo afferma Massimo Andreoni, primario malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma e Past President della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).
Lieve incremento in anni 2012-2015 Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, sottolinea Andreoni, «il numero di casi di malattia sistemica da meningococco in Italia ha presentato solo un lieve incremento negli anni 2012-2015 (2012: 138; 2013: 172; 2014: 164; 2015: 196) con un’incidenza nel 2015 pari a 0,32 casi per 100.000 abitanti, il che vuol dire un caso ogni circa 300.000 abitanti. Per l’anno 2016 al 16 novembre sono stati segnalati 178 casi di malattia sistemica da meningococco, che fanno ritenere che la numerosità di casi di meningite meningococcica anche per questo anno non si discosterà sostanzialmente da quella degli ultimi anni».
Nessun allarmismo Nella maggior parte delle regioni l’andamento è stato pressoché stabile, sottolinea, «tranne che in Toscana dove i dati consolidati del 2015 e quelli preliminari del 2016 mostrano un aumento di casi di meningite da meningococco soprattutto di tipo C passando da una media di 15 casi a circa 40 casi l’anno in questi ultimi due anni». L’incidenza della malattia è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni, mentre diminuisce dai 25 anni in su. Dunque «niente allarmismo ma non dimenticare la validità della vaccinazione, efficace – rileva – nel prevenire o comunque ridurre le manifestazioni della malattia». In Italia, tutti i casi di meningite batterica sono circa 100-1500 l’anno, poiché numerosi altri batteri possono causare questa malattia (pneumococco, haemophilus influenzae, listeria, streptoccocco B, escherichia coli) e quindi la meningite da meningococco rappresenta solo una minima parte di questa patologia, con circa 200 casi l’anno.