Vera e propria doccia fredda del governo sulla legge per introdurre il reato di omicidio stradale e che in pochi si aspettavano. Il governo è stato battuto nell’Aula della Camera su un emendamento di Forza Italia alla proposta di legge sulla introduzione dell’omicidio stradale. L’Assemblea di Montecitorio ha approvato a scrutinio segreto un emendamento di Francesco Paolo Sisto con 247 sì e 219 no malgrado il parere contrario del governo.
Modificata norma che prevede arresto per l’automobilista che presta soccorso Il nodo del contendere è la modifica della norma che prevedeva l’obbligo di arresto anche per l’automobilista che si fermava per soccorrere la vittima. Proprio questo ha comportato la mancata approvazione in via definitiva del ddl. Ecco il testo dell’emendamento: «Il conducente che si fermi e, occorrendo, presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato». Il percorso legislativo dell’Omicidio stradale insomma non trova pace perché dopo il primo via libera della Camera, l’ok del Senato dello scorso dicembre ora il ddl sul nuovo reato di omicidio stradale è tornato di nuovo dalla Camera, in quella che è stata la quarta lettura. Ma non basta ancora. Profonda delusione è stata espressa nelle ultime ore dalla fondazione ‘Lorenzo Guarnieri’ che conta fra i sostenitori il premier Matteo Renzi ed il sottosegretario Luca Lotti. «Si rimanda ancora grazie a tanti parlamentari che pensano ai colpevoli e mai alle vittime» è stato scritto sul profilo della celebre associazione benefica fiorentina. «Questa notizia ci fa molto dispiacere e ci ha sorpreso anche perché la battaglia su questa riforma sull’omicidio stradale è nata a Firenze attraverso fondazioni ed associazioni che hanno toccato con mano la tragedia delle morti sulla strada –ha detto in merito il sindaco Dario Nardella – Confido però che alla fine la battaglia si porti comunque in fondo-ha aggiunto il primo cittadino- con il sostegno di tante italiane ed italiani che in questi mesi hanno dimostrato, sia alle varie fondazioni, che al presidente Renzi, che prima era sindaco, condivisione per questa legge».