Ho saputo che non ci sei più dalle pagine dei giornali. Ed è forse questa la cosa più brutta per quanto mi riguarda. Perché è brutto trovare la tua foto dove prima cercavo la tua firma. C.G.: una sigla che ha sempre voluto dire molto per me: prima da calciatore, quando aspettavo un tuo giudizio o una tua menzione, poi da “collega”. Perché la tua passione e le tue conoscenze erano un confronto, con quello che scrivevo io nei miei anni di aspirante pubblicista, tanto utile quanto indispensabile e necessario. Non parlavi molto ma conoscevi tutti e tutto sul calcio dilettantistico. Il tuo sapere enciclopedico di quel mondo, spesso sommerso nell’universo dei media, è stata un’assoluta fonte d’ispirazione. Nelle tue parole poi, non c’erano mai faziosità, mai un eccesso. Carlo Guidarelli mancherà a molte persone e, sono convito, quelle pagine del Corriere di Siena, riempite con news e commenti sui campionati di Categoria e su quelli giovanili, da oggi agli occhi di molti, sembreranno più vuote. Io ti vedrò sempre là. Sugli spalti di cemento anche quando fa freddissimo e la penna trema nel disegnare i suoi tratti sul taccuino, di fronte una partita dove il fango vince sull’erba, dove non ci sono zona mista e sala stampa, dove un giornalista si confonde in mezzo al pubblico pagante. Dove vive la vera passione per il calcio, ha vissuto, vive e vivrà ancora Carlo Guidarelli. Grazie per tutto quello che ci hai dato.