La prima settimana di aprile sarebbe dovuta partire la stagione del turismo in Toscana. Il sud della provincia di Siena negli ultimi anni stava facendo registrare incrementi importanti del numero di presenze del turismo enogastronomico. Comparto fermato, come tutti gli altri, dall’emergenza Covid-19.  Anche se non completamente. Siamo andati a raccogliere gli umori di alcuni produttori per tastare il polso dei mercati. Un bilancio in chiaroscuro ma con segnali incoraggianti. “Devo dire che c’è cautela, ma il mercato si muove. Giusto ieri sera ho spedito a Londra un ordine di alcune decine di migliaia di euro di vino – spiega Gigliola Giannetti della Tenuta Le Potazzine di Montalcino – certo i numeri non sono quelli che avevamo preventivato per quest’anno perché la ristorazione italiana è completamente ferma e questo si vede, ma Stati Uniti, Giappone e Inghilterra continuano a comprare”. Un raggio di luce sullo spaccato economico del Paese che sembra segnato dalla tragedia. “Montalcino – spiega ancora Giannetti – a mio parere tiene, in giro avverto cautela, ma per quello che è il quadro generale io dico che non possiamo lamentarci”. E dire che il peggio a Montalcino l’avevano temuto per quanto riguarda il contagio proprio con Benvenuto Brunello lo scorso mese di febbraio con un numero elevato di visitatori da tutto il mondo: “Quando a inizio marzo si è saputo del focolaio italiano – racconta Giannetti – ho avuto paura, perché in tre giorni abbiamo ‘abbracciato’ oltre 4 mila persone”.

Se il comparto agroalimentare registra un timido ottimismo, quello dell’artigianato non altrettanto. Franco Bernardini gestisce a Montepulciano un’antica bottega dei primi dell’800, acquistata negli anni del miracolo economico da suo padre detto Stampisse. Diventata punto di riferimento per tutti i calzolai del sud senese, con il figlio Franco l’attività è stata ulteriormente trasformata, in risposta alle esigenze del mercato, in un negozio innovativo dove trovare oggetti di elevato artigianato, stravaganti, provenienti da tutto il mondo. Franco ha aperto anche un secondo punto vendita a Pienza, la città ideale meta di turisti tutto l’anno. “Questa che stiamo vivendo è una situazione talmente nuova e strana – racconta Bernardini – che ancora non ho metabolizzato”. La chiusura delle attività ha avuto effetti immediati sul mondo del lavoro, Stampisse ci dice per lui come è andata: “Ho riunito il personale in quel momento a lavoro e ho detto chiaramente loro che le vendite sarebbero crollate, ancora non immaginavo che facessero chiudere i negozi e che di conseguenza ci sarebbe stato un grossissimo problema di liquidità. Statisticamente questo è sempre stato un problema di liquidità, mancanza di turismo, anticipi di imposte, pagamento delle forniture di fine dicembre. L’imprevedibile periodo di crisi avrebbe potuto portare anche ad un rischio fallimento per questo ho comunicato che dal giorno successivo avremmo tenuto i negozi chiusi in attesa di sviluppi, naturalmente garantendo gli stipendi”. Per Franco Bernardini la settimana di Pasqua avrebbe significato l’avvio della stagione turistica: “Il periodo di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio con i relativi ponti sono sempre stati i giorni di maggiore lavoro. Una entrata di denari liquidi che avrebbero permesso di lavorare il resto dell’anno. Purtroppo quest’anno manca questo avvio, ma soprattutto non si capisce quanto questa emergenza durerà, quindi, nel mio piccolo, mi dovrò ridimensionare”. “Per salvare il salvabile per prima cosa dovrò ridurre il personale che rappresenta un importante impegno finanziario, mentre per gli anni passati assumevo due o tre persone quest’anno probabilmente ne assumerò una sola, cercando di mantenere la stessa qualità di servizio ma riducendo l’orario di apertura.

Claudia Mencacci è direttore del Consorzio Turistico Alberghiero di Montepulciano, dove gestisce lo storico albergo di famiglia: “Il blocco del turismo, causato dall’emergenza Coronavirus, significa una mancanza totale di prenotazioni con conseguente totale assenza di introiti da parte delle strutture alberghiere. Da questo stallo nasce l’impossibilità di assunzione dei lavoratori stagionali e l’inattuabilità dei contratti con aziende di servizi e agenzie turistiche, stipulati in programmazione”. In termini finanziari ciò si traduce in “In una preoccupante visione d’impresa, anche nella migliore ottimistica ipotesi. Oggi come non mai abbiamo la necessità di essere sorretti dalla politica, dalle istituzioni e dalle banche, altrimenti tutto il sistema turismo non solo l’alberghiero crollerà inevitabilmente”.  Claudia Mencacci in particolare fa affidamento sul settore bancario, perché “Non potrà muoversi nei confronti delle imprese seguendo logiche da vecchio sistema. Per questo ci aspettiamo una nuova visione di supporto alle imprese anche in relazione alle scelte imprenditoriali a tutela del territorio che sono state oggi attuate dalle nostre aziende che hanno sempre dimostrato di non avere mai anteposto le logiche del profitto immediato a quelle della tutela e del benessere delle comunità in cui operano”. Nell’immediato la domanda è oltre quale limite temporale l’economia può restare ferma: “Le aziende alberghiere sono organizzate per operare nell’ immediato di un mercato globale, attraverso tutte quelle operazioni commerciali e finanziarie che sorreggono il sistema. Tale sistema è sorretto dalle transazioni economiche, in mancanza delle quali il meccanismo si blocca”. C’è da chiedersi se il mercato turistico si muoverà subito o ci vorrà del tempo: “La previsione dei membri di MontepulcianoHotels, dettata dalla esperienza e dalle conoscenze personali nel settore, oltre che dalla rete degli hotel italiani con la quale siamo giornalmente in contatto, non è affatto rosea, in quanto la riapertura non ha un termine ben preciso, per ovvi motivi. Inoltre il mercato del turismo è molto fluido e determinante sarà come l’Europa e il nostro Governo si muoveranno per incentivare una ripartenza che richiederà diversi mesi se non anni. I flussi che abbiamo conosciuto finora probabilmente torneranno, ma passeranno anni per vedere la normalità, come la intendevamo prima della pandemia”.

Avere un albergo, un agriturismo, significa avere un patrimonio immobiliare da gestire, soggetto a imposizioni patrimoniali e svalutazioni. “Gli immobili in genere, non solo quelli a destinazione turistica, subiranno una ovvia svalutazione – spiega Mencacci –  Anche tutto il sistema economico subirà una contrazione, le persone daranno la precedenza ai beni primari, il resto può aspettare. Sicuramente non permetteremo che squali o speculatori ad ogni livello si approfittino di questa situazione per tentare operazioni finanziarie borderline”.

Una realtà pesante, che bisogna difendere in prospettiva ideale prima ancora che sostanziale: “Abbiamo finalmente preso coscienza di essere fragili, – conclude la Mencacci – tutti insieme dobbiamo recuperare le forze, anche se questa profonda crisi segnerà la nostra società in modo evidente. Abbiamo compreso che questo atteggiamento arrogante di supremazia di specie su altre specie non può continuare. Abbiamo anche compreso anche che noi viviamo in un’area preziosa come una perla rara che abbiamo il dovere di rispettare e preservare per le nuove generazioni, come abbiamo sempre fatto ma ora lo faremo ancora meglio”.