Un meteo incerto e il caro-benzina. Sono stati loro i veri protagonisti del fine settimana di Pasqua con molti toscani che hanno visto compromessa la gita fuori porta di Pasqua e pasquetta. A salvare la situazione, soprattutto per quanto riguarda le città d’arte, gli arrivi dall’esterno: la crisi, le gravi difficoltà economiche, i costi proibitivi dei carburanti  hanno frenato notevolmente gli spostamenti degli italiani verso Granducato.

Italia a casa per Pasqua La flessione maggiore è rilevata nelle prenotazioni dei connazionali e si conferma la propensione ai viaggi di breve durata: uno o al massimo due giorni e concentrati tra sabato e il lunedì. Anche i toscani, in linea generale, hanno rispettato questa tendenza, anche se in migliaia si sono messi in movimento nel giorno di pasquetta, l’unico in cui il clima ha fatto vedere un leggero segnale di miglioramento. In questo numero vanno compresi ovviamente anche coloro che colgono questa occasione per riaprire la casa al mare o in campagna, per visitare e prenotare campeggi e agriturismi e hotel  per l’estate. Buon aumento delle presenze estere, in particolare dagli Stati Uniti, grazie al riequilibrio del dollaro sull’euro, e in generale dai Paesi emergenti. Stabili, o in leggero calo i visitatori giunti dalla Francia, Spagna e Regno Unito.

Arte, campagna e benessere motori trainanti Le destinazioni maggiormente richieste sono state le città d’arte, anche se le presenza non hanno portato ad un indotto pari a quello degli anni scorsi. Un turismo che si conferma, quindi, come più avveduto e più attendo ai costi del viaggio. A seguire troviamo le località della campagna, la collina, le località balneari e termali. Il prezzo si conferma quale elemento determinante nelle scelte d’acquisto: sono infatti particolarmente apprezzate le offerte che prevedono sconti o un arricchimento tematico della proposta, dal benessere termale all’enogastronomia.

L’opinione Secondo Massimo Biagioni, direttore regionale di Confesercenti Toscana,  «la situazione del mercato appare condizionata dagli effetti della recessione in atto, non solo in Italia ma anche negli altri paesi europei. La tendenza è quella di una maggiore attenzione al rapporto qualità/prezzo e si riducono i periodi di permanenza del soggiorno».