La letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.
E’ un gran parlare di Grecia, per le sue attuali vicende politiche ed economiche, per gli scettici e gli aedi del neonato (bizzarro?) governo. Economia e geopolitica non sono materia specifica di questa rubrica, ma ci diverte riproporre una poesia di Costantino Kavafis (1863-1933) confondendo al presente quei versi, la cui originaria metafora, ovviamente, a tutt’altre cose allude. Sia detto, per inciso, che secondo Montale la genialità di Kavafis consistette «nell’essersi accorto che l’Elleno di allora corrispondeva all’homo europaeus di oggi; e nell’essere riuscito ad immergersi in quel mondo come se fosse il nostro».
La Banca del Futuro
Per dar certezze alla mia vita dura
prenderò dalla Banca del Futuro
solamente pochissimi denari.
Dubito che abbia grandi capitali.
E pavento che oramai ai primi venti
di crisi, a un tratto smetta i pagamenti.
[C. Kavafis, Poesie, 1897]