La letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.
Non è vero che oggi si legga di meno. Ma si legge male, con superficialità, scorrendo la pagina verticalmente, come ormai ci ha abituati la lettura della pagina elettronica, anche quando si abbia davanti un libro di carta. Leggiamo distrattamente, senza gustarci la costruzione letteraria della frase, la scelta delle parole operata dall’autore. Nel 1925 Virginia Woolf diceva che «la nostra è un’epoca di frammenti. Alcune strofe, alcune pagine, un capitolo qua e là […] Ma davvero possiamo passare alla posterità con un fastello di pagine sciolte, o chiedere ai lettori del futuro, con tutta la letteratura di fronte a loro, di separare con il setaccio le minuscole perle dai nostri cumuli di spazzatura?». Quanto al come saper leggere un libro, la grande scrittrice britannica seppe dare buoni consigli.
L’unico consiglio che una persona può dare a un’altra sulla lettura è di non ricevere consigli, seguire solo il proprio istinto, usare la propria ragione, arrivare alle proprie conclusioni… L’indipendenza è la più importante qualità in assoluto che un lettore deve possedere.
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Molti chiedono ai libri cosa i libri possono darci. Spesso ci avviciniamo ai testi chiedendoci quanto di un libro di fiction possa essere verità… di una biografia quanto sia la volontà di esaltare la vita del soggetto… Invece, se noi riuscissimo a fare a meno di tutti questi preconcetti partiremmo col piede giusto. Non dettare le parole al tuo autore, cerca di diventare lui. Di essere il suo braccio destro, suo complice.
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Fino a che punto un libro è influenzato dalla vita, dalle simpatie e dalle antipatie del suo scrittore? E fino a che punto dobbiamo cedere a queste evidenze o al contrario starne lontani? Ognuno di noi deve essere libero di scegliere come comportarsi. Ma possiamo anche decidere di approcciare il testo non per capire meglio la letteratura o per familiarizzare con personaggi famosi, ma per dare nuova linfa ed esercitare i nostri poteri creativi.
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La fase in cui riceviamo singole impressioni è solo la prima metà del processo della lettura. Se vogliamo ottenere il piacere massimo dobbiamo aggiungere dell’altro… dobbiamo fare delle impressioni molteplici un’unità duratura… Ma dobbiamo aspettare che i dubbi della lettura svaniscano; che le domande e i conflitti generati, vengano meno; camminare, parlare, togliere i petali morti da una rosa, o addormentarsi. Poi a un certo punto, senza volerlo… il libro tornerà, ma in modo diverso e fluttuerà nella nostra mente nel suo complesso.
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A volte ho sognato che arrivato il giorno del giudizio in cui tutti saranno pronti a ricevere i loro premi, il Signore si girerà verso Pietro e gli dirà (non senza una certa invidia quando ci vedrà entrare con i nostri libri tra le braccia): “Guarda, costoro non hanno bisogno di premi. Non abbiamo nulla per loro. Loro hanno amato leggere”.
[da Virginia Woolf, Come leggere un libro]