La letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.
Mese di novembre. Mestizia di una ricorrenza che fa pensare ai trapassati, agli assenti, a quella parte di noi che con loro non è più. A chi è restato spetta l’esercizio della memoria, reso difficile quasi da un senso di colpa (colpa d’esistere). E, allora, proprio alla maniera della Dickinson, verrebbe da invocare tutt’intorno il silenzio. Dunque: «Si estingua ogni ronzio / in segno di rispetto / per l’uomo il cui giardino sta lottando / con la rugiada, all’alba sopraffatto!».
Come osa cantare il pettirosso,
se ad ascoltarlo son uomini e donne
che, regolati i conti,
li estinsero con l’anno!
Tutta la vita che si guadagnarono
pagata – in un conto supremo –
ciò che possono fare vita o morte
è irrilevante, ora.
E’ un insulto quel sole
a colui che la luce
nell’inganno dall’immortalità
ha consegnato alla notte.
Si estingua ogni ronzio
in segno di rispetto
per l’uomo il cui giardino sta lottando
con la rugiada, all’alba sopraffatto!
[Emily Dickinson, da Tutte le poesie]