penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

E torna, come ogni anno, il momento per dirsi buone feste. Augurio ed esorcismo insieme, a nascondere ben altri e corrucciati pensieri sul tempo. Abraham Joushua Heschel, a proposito dei giorni festivi si chiedeva quale fosse il loro significato in rapporto alla «sorgente del tempo», all’«eterno che non ha tempo». Perché affannati nella precarietà (nella nevrosi) dell’oggi, crediamo che il tempo sia lo spazio esauribile delle cose. Ma forse non è proprio così.

“… Occorre una particolare intelligenza per scoprire il significato ultimo del tempo. Noi lo viviamo e ci identifichiamo in esso tanto da vicino che non riusciamo ad accorgercene. Il mondo dello spazio che circonda la nostra esistenza, non è se non una parte del nostro vivere: il resto è tempo. Le cose sono le sponde, ma il viaggio si svolge nel tempo…

Quando chiudiamo gli occhi, nei momenti di concentrazione spirituale noi riusciamo ad avere il tempo senza lo spazio, mentre non possiamo mai avere lo spazio senza il tempo…

Guardando dal finestrino di un treno che si muove velocemente, noi abbiamo l’impressione che sia il paesaggio a muoversi mentre noi stiamo fermi. Analogamente, quando guardiamo la realtà con l’anima in balia dello spazio, il tempo sembra essere in continuo movimento.

Ma allorché impariamo a comprendere che in effetti sono le cose dello spazio che costantemente si esauriscono, allora ci accorgiamo che ciò che non finisce è il tempo, e che è il mondo dello spazio che ruota attraverso l’infinita distesa del tempo…

Per il senso comune, essenza del tempo è l’evanescenza, la temporalità. Ma la verità è che il fatto dell’evanescenza ci balena in mente quando meditiamo sulle cose dello spazio. E’ il mondo dello spazio che ci comunica questo senso del temporale. Il tempo, ciò che è oltre e indipendente dallo spazio, è sempiterno; è invece lo spazio che perisce. Le cose periscono nel tempo; ma il tempo in sé non cambia.”

 [da Il sabato di A. J. Heschel]