La letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.
E’ in arrivo nelle librerie il ritrovato manoscritto di Harper Lee intitolato “Go set a Watchman” (in italiano “Va’, metti una sentinella”). Una sorta di prima stesura del celebre “To Kill a Mockingbird” (“Il buio oltre la siepe”), ma che in verità è tutt’altra cosa dal long seller pubblicato nel 1960 e che ha raggiunto i 30 milioni di copie vendute nel mondo. Ecco dunque il sequel che di fatto è il prequel. L’editore, in maniera furbesca, lo pubblicizza come il “nuovo vecchio romanzo”. Mah… vedremo. Per intanto ricordiamoci come la Lee aveva congedato il lettore nel suo capolavoro. Una grande lezione sui pregiudizi razziali, sulla paura per il diverso.
I vicini portano da mangiare quando muore qualcuno, portano dei fiori quando qualcuno è ammalato, e altre piccole cose in altre occasioni. Boo era anche lui un nostro vicino, e ci aveva dato due pupazzi fatti col sapone, un orologio rotto con la catena, un coltello… e le nostre vite.
Una volta Atticus mi aveva detto: “Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista”. Ebbene, io quella notte capii quello che voleva dire. Adesso che il buio non ci faceva più paura, avremmo potuto oltrepassare la siepe che ci divideva dalla casa dei Radley, e guardare la città e le cose dalla loro veranda. Accadde tutto in una notte, la notte più lunga, più terribile… e insieme la più bella di tutta la mia vita.
[da Il buio oltre la siepe di H. Lee]