Per i nostalgici da «non è più quello di una volta» e per i moderni «è uno sport in continua evoluzione». Già. C’era una volta il basket dei ruoli, del regista, della guardia, dell’ala piccola, dell’ala forte, del centro dove tra il primo e l’ultimo in elenco riconoscevi centimetri, muscoli, chili e un impiego radicalmente diverso. Si segnava solo da due punti, si passava la palla in “pivot basso” – determinante – per vedere qualche “gancio cielo” e la tecnica individuale che faceva infilare il pallone in quel cerchio così piccolo da quei “madonnoni” era il prodotto in vendita. La gloriosa scuola tecnica italiana apriva – faticosamente – al santone straniero di turno per farsi contaminare con credi balcanici o statunitensi qualche mito.
Oggi i nostalgici si violentano a cercare di riconoscere un ruolo dall’altro e ad individuare differenze reali tra il bagaglio tecnico di un esterno e di un interno. I moderni apprezzano giocatori con ampio “range” di tiro oltre l’arco da tre punti ed in grado di giocare in ogni parte del campo e capaci di muovere i piedi come un “piccolo”, gesti atletici spettacolari e schiacciate con la testa al ferro. Chi ha ragione? Tutti e nessuno, come da manuale per ciò che si definisce un’opinione (seppur tecnica). Ha ragione chi critica il deperimento della tecnica individuale, rivendicando che il bagaglio di ogni giocatore dovrebbe avere l’obiettivo tendenziale alla padronanza del gesto puro, efficace, perfetto, a volte una chimera per i settori giovanili. Ha ragione chi sostiene che la diversa fisicità, aggressività, ricerca ostentata della vittoria, abbia modificato la formazione del giocatore moderno, rendendolo prima di tutto fisicamente performante e dominante. Ha torto chi dice che questo è l’inizio della fine, dell’impoverimento delle qualità che erigevano questo sport. Ha torto chi dice «questo non serve più», oppure «se non si vede più fare perché perderci del tempo».
Questa mia rubrica parlerà di tecnica e tattica del basket di oggi, con un occhio a tutto ciò che il passato deve ricordare, con la voglia di soddisfare la curiosità di tutti ed aumentare gli abitanti del “Villaggio” e stimolare le loro opinioni, tutte rigorosamente da rispettare.