Scocca l’ora degli attacchi al Palio di Siena. A segnalare le intenzioni bellicose del gruppo di 100%animalisti è stato il Blog di Stefano Bisi che rileva come nel portale dell’organizzazione si stia progettando, e nemmeno in maniera velata, la volontà di organizzare una grande manifestazione a Siena per ferire la sua Festa dall’interno, scagliandosi cioè direttamente contro le contrade (leggi). Non è bastata quindi l’iniziativa, peraltro molto strumentale, di cui lo stesso gruppo di 100%animalisti si era reso protagonista a San Vito di Cadore, sede della prima parte del ritiro estivo dell’Ac Siena (leggi): quello che sorprende però, come denuncia il direttore del Corriere di Siena, è l’immobilismo e la mancata risposa da parte di amministrazione comunale, Magistrato della contrade, Consorzio per la tutela del Palio che ancora non ne hanno chiesto il sequestro.
L’attacco L’obiettivo è puntato in particolare contro Aquila, Giraffa e Oca che, all’interno dei rispettivi rioni, conservano luoghi di grande significatività e simbologia per il Palio di Siena, rispettivamente cioè il Duomo, la Basilica di Provenzano e la contrada che ha dato i natali a Santa Caterina. Quello che però sorprende è che l’attacco sia rivolto ai popoli, non tanto ai monumenti. Sono i contradaioli, i senesi, il vero target degli animalisti: «Bisogna rovinare la vita a quegli aguzzini», si può leggere sul sito 100%animalisti.
Le reazioni? Un attacco, un’istigazione alla violenza vera e propria, che dovrebbe essere oggetto di un’indagine non solo da parte degli enti amministrativi prettamente senesi. Frasi del genere dovrebbero finire sotto la lente di ingrandimento invece di organi giudiziari di respiro nazionale che devono vigilare sulla sicurezza di ogni singolo cittadino. Al di là del fatto che si tiri in ballo Siena e la sua Festa, si dovrebbero usare maggiore oculatezza da parte degli organi preposti alla vigilanza e maggiore sensibilità da parte di chi, fosse anche per diversità di vedute, intende denunciare o protestare verso un qualcosa che ritiene sbagliato. Alla stessa maniera, in sostanza, della vicenda legata agli “Anonymous”. Rimane lo sconcerto sulla puntualità di certi episodi che si ripetono a pochi giorni dal Palio e rimane, soprattutto, il dovere di ciascuna persona di conoscere prima ancora di giudicare. E quello di giudicare per chi conosce e fa finta di niente.