Il Palio è il più grande e straordinario contenitore di emozioni, con gioia immensa e dolore totale che si alternano come il ritmo del tamburo, proprio come riusciva a fare con le sue mazze “Bano”, al secolo Silvano Bellaccini, grande senese e storico tamburino della Chiocciola morto ieri mentre i cavalli erano al canape per la prova. E’ questa la Festa e sono anche queste le ragioni che rendono i senesi fieri ed orgogliosi di sé stessi e della loro storia.
Finito il Palio per la Giraffa Ieri sera è terminato il Palio della Giraffa. La cavalla Quietness si è infortunata alla prima curva del Casato, in modo completamente fortuito e casuale. Come un atleta in fase di partenza, si è fratturata un piccolo osso della gamba posteriore sinistra. Inutile specificare che la perfetta macchina del Comune di Siena è intervenuta in modo coerente e tempestivo, così come la clinica del dottor Ciampoli ha compiuto un intervento perfetto. La cavalla non tornerà mai a correre, ma sicuramente una volta scongiurato il rischio di infezione potrà fare la fattrice insieme a sua sorella, la grigia Fedora Saura, che proprio nella Giraffa ha vinto il suo ultimo Palio. E’ veramente un peccato, perché Quietness avrebbe potuto fare grandi cose in questo Palio. Peccato per il giovane Enrico Bruschelli, assolutamente incolpevole nell’infortunio, che dovrà rimandare il momento in cui tutta Siena conoscerà in pieno le sue doti speciali. Peccato per il serio ed onesto proprietario della cavalla Augusto Posta, che aveva preparato Quietness alla perfezione per la Piazza. Peccato soprattutto per la Giraffa, contrada fiera e dignitosa, che non ha ceduto a nessun nervosismo o gesto fuori dalla tradizione. Con assoluta dignità ha preso atto che la sorte, tante volte benigna con il popolo biancorosso, questa volta era stata matrigna, così come lo è stata troppe volte negli ultimi trenta anni. Il popolo di Provenzano conosce bene il sapore della vittoria, ma anche quello del dolore, quello sordo e profondo che fa piangere anche i bambini. Chi sta scrivendo si ricorda molto bene il 15 agosto del 1982, quando si infortunò gravemente Claudia IV, così come il dolore assoluto del 15 agosto 1991 quando a San Martino si fermò Nicoleo, montato, per incredibile complicità della sorte, da Luigi Bruschelli, il padre di Enrico. Poi ancora il 2 luglio 1993, quando un calcio dentro ai canapi fece tornare nell’Entrone Co Ho, con lo sconsolato Massimo Coghe. Ma non è finita qua. Prima di ieri sera l’orgoglioso popolo biancorosso ha dovuto stringere il cuore anche il 15 agosto del 2010, quando a notte fonda il capitano comunicò che Guschione si era infortunato durante la prova generale e che per il bene della Festa la Giraffa non avrebbe corso il Palio.
La Cena della Prova generale in Giraffa si farà Il resto è cronaca di queste ore, con il fato che ha chiesto ancora un conto importante alla Giraffa. Come dicevamo il popolo biancorosso è stato molto composto, senza cedere alla delusione, sempre cattiva consigliera, chiudendosi in sé stesso, con i contradaioli che si sono guardati negli occhi, con la stessa forza, ma opposta, delle vittorie. E’ proprio in questi momenti che si vede la grandezza di un popolo sopraffatto (ma mai sconfitto) dal dolore, con gli occhi gonfi di lacrime, senza però abbassare lo sguardo e con la schiena diritta. Può essere relativamente facile essere “signori” nella vittoria, più difficile è esserlo nel dolore o nella sconfitta. Giustamente i giraffini hanno scelto di fare comunque la cena della prova generale questa sera, perché è giusto stare insieme, è giusto stringersi e parlare, guardarsi negli occhi e negli sguardi confermare il senso di appartenenza che lega un popolo in modo profondo ed eterno. Stasera non ci saranno ospiti e neppure i camerieri, ma ci sarà il fantino, senza il giubbetto, per condividere con i contradaioli questo momento di dolore. In piazza Provenzano ci saranno però i valori del Palio, gli stessi che da centinaia di anni rendono Siena fieramente diversa da ogni altro posto al mondo, magari per qualcuno peggiore, ma sicuramente diversa. Stasera non ci saranno cori di gioia, né lacrime di speranza a fine cena. Non ci saranno troppi fazzoletti, né spazio per sognare. Il Palio di agosto per la Giraffa è già finito.
La più bella e amara lezione del Palio Purtroppo come detto l’infortunio di un cavallo è parte integrante del Palio, come del resto fa parte della vita di ogni essere vivente. A Siena viene fatto di tutto ed anche di più per salvaguardare gli animali, per fare in modo che tutto ciò che l’uomo può fare, sia fatto al cento per cento. Poi c’è la fatalità, che nessuno può fermare, che è parte integrante della vita, come è detto. Nessun rimorso, dunque, ma solo un dolore intimo e profondo, personale e totale. Il Palio è vita e morte, gioia e dolore e tutto questo fa parte del dna di chi è nato oppure sceglie di “diventare” senese condividendo e facendo proprio questo straordinario bagaglio di storia e di valori. Il resto è fato e sorte. La scrittrice Marguerite Henry, scrivendo nel 1960 della grande Gaudenzia, dette una definizione speciale del cavallo del Palio, perfetta nella sua brevità, profonda come una spada che penetra l’anima, se pensiamo alla generosità di Quietness. Una frase che sintetizza alla perfezione tutto quanto scritto sopra, ben sapendo che domani una contrada, un popolo, un fantino e soprattutto un cavallo vinceranno il Palio: «L’uomo cerca di predisporre ogni cosa, ma il cavallo… il cavallo conosce una sola legge, quella di vincere! E’ la più bella e la più amara lezione del Palio».