Il secondo giorno del Palio è sempre il meno stimolante, per molti aspetti, soprattutto la prova mattutina. Non ha fatto eccezione questa Carriera, complice anche un acquazzone notturno che ha reso morbida la pista ed ha costretto il comune ha posticipare di un’ora l’uscita dall’Entrone dei cavalli. Nessuno ha provato in modo forte. Per la cronaca al termine dei tre giri ha vinto la Civetta.
Dietro le quinte Dicevamo che la giornata è iniziata in sordina. La notte non ha portato sorprese e sono state confermate tutte le monte di ieri sera. Le grandi scelte oramai sono state fatte ed è iniziato il lungo e certosino lavoro di adattamento dei cavalli. In molte stalle di buon ora stamani i maniscalchi hanno provveduto all’aggiustamento della ferratura, quindi sono stati testati i primi correttivi in corsa sul morso e l’imboccatura del cavallo in generale. Certamente stasera qualcuno proverà almeno un giro forte, oltre alla partenza. A seguire arriverà l’ultima notte in cui la tattica può dare il colpo di coda, con qualche monta che potrà subire uno scossone, se non reale, quantomeno provato o minacciato. Sarà la notte delle voci che si spargono a macchia d’olio per Siena, ma che domani mattina, come nella stragrande maggioranza dei casi, saranno smentite dai fatti. Vedremo quello che accadrà stasera. Sicuramente qualche fantino è obbligato a partire bene, dopo qualche passaggio a vuoto nelle due prove già in archivio. Non dimentichiamo infatti che Trecciolino è sempre a piedi, ma pronto, si dice, a giocare una carta a sorpresa, nel caso che improvvisamente, per motivi diversi, possa essere chiamato ad indossare un giubbetto.
Il borsino La migliore accoppiata è evidente che sia quella della Selva, con Istriceddu e Giovanni Atzeni detto Tittia. Nella prova di ieri sera il barbero è apparso in forma strepitosa. I suoi undici anni sono tutt’altro che un limite, ma al contrario costituiscono un contenitore d’esperienza che ne amplifica le doti. Straordinaria anche l’accoppiata che ha formato il Drago, con Morosita Prima e Alberto Ricceri detto Salasso, l’indiscusso e assoluto eroe del vittorioso Palio di luglio. C’è poi il Leocorno con Oppio e Giuseppe Zedde detto Gingillo, anche se la contrada ha ancora mai provato e dunque c’è attesa per capire il feeling cavallo-fantino. Dubbi ce ne sono pochi, ma la Piazza richiede che almeno un paio di curve a ritmo Palio debbano essere testate. Lo staff stalla e Gingillo tutto questo lo sanno bene e certamente si faranno vedere presto, anche per aumentare la credibilità dell’accoppiata agli occhi degli altri. C’è poi l’avversaria, tutt’altro che rassegnata ad un Palio passivo. E’ infatti in crescita la Civetta, che sta scoprendo pian pianino le doti di grande galoppatore di Occolé. Il forte baio di Alberto Manenti sembra rispondere in pieno alle sollecitazioni ed al percorso di miglioramento che ha iniziato il fantino Andrea Mari detto Brio. Stasera potrebbe farsi vedere anche la Chiocciola, con Polonski e Jonatan Bartoletti detto Scompiglio. La contrada di via San Marco ha grande voglia di vittoria e le basi per fare bene ci sono tutte. Attenzione anche all’Aquila, che ha un cavallo già vincitore in Piazza ed apparso in ottima forma. Certamente Lo Specialista, come tutti i cavalli potenti, non è facile e va capito, ma Francesco Caria detto Tremendo non può permettersi un Palio anonimo, anche perché la contrada aspetta la vittoria dal 1992. C’è poi la Giraffa, che guardando al futuro sulla femmina debutante Quietness ha montato ancora il diciottenne Enrico Bruschelli detto Bellocchio, che è nelle giuste condizioni per poter fare un Palio dignitoso, ben coscienti che la contrada di via delle Vergini è tutt’altro che favorita. Discorso speculare può essere fatto per il Montone, che ha chiamato il debuttante Carlo Sanna, allievo di Gingillo, sull’esperto Osvaldo. La contrada di via dei Servi non ha l’avversaria in campo, è fresca di vittoria, dunque può fare un Palio assolutamente sereno. Il Bruco non ha esultato al momento dell’assegnazione di Porto Alabe, cavallo conosciuto in tutte le sue caratteristiche positive e negative. Alessio Migheli detto Girolamo non può però permettersi un Palio anonimo, essendo arrivato un importante punto di svolta della sua carriera. In chiusura la Pantera, tutto sommato al pari delle ultime tre contrade citate. Per Sebastiano Murtas detto Grandine c’è anche l’aggravante della presenza in Campo dell’Aquila, l’avversaria. Un Palio in pareggio sarebbe un buon risultato, dal momento che Querino, non è considerato sulla carta un cavallo vincente.
Il Re a piedi Luigi Bruschelli ha fatto una scelta molto forte, preferendo non montare, rifiutando cavalli che non gli avrebbero consentito di essere all’altezza della sua storia e della sua dignità. Poi in queste ore si sono intrecciate mille voci, che parlano di tradimenti e voltafaccia, garanzie promesse e non date, situazioni che vanno oltre la corsa di sabato prossimo e guardano con decisione alle due Carriere del 2015, presentissime molto più di quello che si possa pensare sotto il tufo di questi giorni. Una serie di intrecci incredibili, paragonabili a quelli descritti nel mito di Medea, Giasone e degli Argonauti nelle pagine leggendarie dell’antica Grecia. Da una parte c’è chi prova a riprendersi il trono che a suo giudizio gli spetta, dall’altra omicidi e tradimenti in famiglia. Ovviamente stiamo estremizzando i concetti con esempi molto forti, ma così è. Di certo qualcosa non ha funzionato come doveva, oppure ha funzionato benissimo, se guardiamo i fatti dalla parte opposta della barricata. Le mosse decisive in questo Palio sono state due. La prima quella di Giovanni Atzeni, che ha cortesemente declinato l’offerta del Bruco e si è diretto con decisione nella Selva, quindi il Leocorno, che ha chiamato Giuseppe Zedde. In pochi minuti due delle contrade aperte per Trecciolino (ma lo erano veramente?) si sono chiuse a doppia mandata. Impensabile che il Drago potesse scendere Salasso, vincitore a luglio, mandandolo di fatto in palco. Nel frattempo Andrea Mari si è “chiuso in casa” nella Civetta con un cavallo di grandissima qualità, almeno sulla carta. Ecco dunque che l’isolamento perfetto si è realizzato. Gli allievi Tittia e Gingillo hanno isolato il loro maestro lasciandolo in palco, dimostrando di aver imparato molto bene il mestiere. A seguire una serie di operazioni di contorno, che hanno cementato questo nuovo schieramento, come Carlo Sanna, allievo di Gingillo, che è andato nel Montone, altra scelta di campo fortissima, se letta in ottica futura. Trecciolino non ha pensato neppure per un secondo di offrirsi a Pantera e Giraffa, che nel frattempo si erano accasate con Sebastiano Murtas ed il figlio Enrico. In buona sostanza i Palii del 2015 (Torre e Nicchio in Campo due volte) sono iniziati sotto il tufo ben prima dello scoppio del mortaretto dell’Assunta. Ma il Palio è così. Il Palio di agosto è spesso figlio di quello di luglio e quelli dell’anno che arriverà sono sempre figli dell’ultimo disputato.