Sono passati otto anni da quel 28 febbraio in cui si spense una delle voci più autorevoli della poesia italiana del Novecento. Un vuoto umano e poetico lasciato da Mario Luzi  che oggi Sienalibri.it prova a colmare attraverso il ricordo del suo direttore Luigi Oliveto che ripercorre il rapporto tra il poeta e la città di Siena, alla quale Luzi era fortemente legato.

«Fare memoria di un poeta che non è più tra noi – ma muoiono veramente i poeti? – induce a pensare al tempo storico che egli ha attraversato, ma ancor di più alle stagioni di un’anima che, giusto nella scrittura poetica, ha trovato racconto, distillati pensieri, breviario. Come nel caso di Mario Luzi, che, nell’arco di quasi un secolo, registrò puntualmente questo intimo diario ove stupore, inquietudine, meditazione, pronunciamento, si sono innervati in una tenace, ininterrotta parola tesa a voler dare voce alla “maestà del mondo”. Perché ciò è sempre stato l’intendimento della poesia luziana: rivelare il continuo divenire del mondo nella sua osmosi drammatica e stupefacente di vita e di morte, di luce e di ombre, di creato e di incompiuto».

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