assessore regionale all'Ambiente, da facebook

FIRENZE – Profughi a mezza pensione. L’accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra diventa un caso. O meglio, lo è l’accordo sottoscritto dalla Regione con gli albergatori per ospitarli.

Un patto attaccato da Confcooperative Toscana, che ha criticato il modus operandi della giunta. “Secondo questa ordinanza – ha affermato la presidente Claudia Fiaschi – i rifugiati saranno ospitati negli alberghi al prezzo di 70 euro per la mezza pensione, senza alcun supporto sociale. Caro presidente Giani, lo diciamo con franchezza: l’accoglienza è un’altra cosa”. Parole sottoscritte da Alberto Grilli, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Toscana: “Il sistema di accoglienza progettato in collaborazione con le prefetture, – prevede servizi come l’assistenza sanitaria, la mediazione linguistica e culturale, l’accompagnamento a scuola dei bambini, tutti gestiti da operatori sociali. Il costo per la collettività è di 30 euro a persona. Questa differenza di fondi tra ospitalità alberghiera e accoglienza istituzionale ci lascia sinceramente sconcertati”.

Pronta la replica dell’assessore Monia Monni: “Gli alberghi convenzionati con la Protezione civile non mettono in discussione il modello, ma lo integrano e adeguano alle caratteristiche di questa emergenza.  Non sostituiscono CAS o SAI, ma servono semplicemente per dare sistemazione temporanea, per coprire il tempo di organizzare un’accoglienza adeguata, che resta competenza delle Prefetture che voglio ringraziare per l’impegno straordinario di questi giorni, data l’imprevedibilità degli arrivi, non quantificabili nei tempi e nelle dimensioni. Sono una prima risposta necessaria”. Che però non è piaciuta a tutti.