E’ la sanità a scaldare e infiammare i toni in questo freddo gennaio 2017 a Prato. Sull’emergenza per il caos al pronto soccorso del Santo Stefano (dovuto al picco influenzale di questi giorni) e sull’ampliamento del nosocomio si sta giocando il rimpallo di responsabilità tra l’attuale sindaco (Pd) Matteo Biffoni e il suo predecessore Roberto Cenni (Pdl). Un botta e risposta innescato dal primo cittadino Biffoni che in una recente intervista ha dichiarato: «L’ospedale è stato inaugurato nel 2013. Fino ad oggi sono stati tutti chiacchieroni, ma nessuno ha fatto niente». Dichiarazioni che hanno punto nell’orgoglio il sindaco allora in carica: «Leggere le dichiarazioni del Sindaco Biffoni sul nuovo ospedale Santo Stefano, mi provoca quasi un sentimento di tenerezza, se mi consentite il paradosso – dichiara Cenni in una nota – Infatti pare proprio come quel bambino che preso sul fatto, cerchi di incolpare altri delle proprie mancanze».
Pochi posti letto e un nuovo progetto senza fondi I problemi legati all’ospedale pratese sono annosi e nel tempo hanno visto coinvolti le istituzioni (non solo locali), anche se a “sopportare” caos e disagi sono soprattutto gli utenti finali: i cittadini. A ottobre era stato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico e pratese doc, Antonello Giacomelli a rimarcare «l’inadeguatezza» dell’ospedale di Prato. «In quell’ospedale mancano posti letto in modo strutturale – aveva detto – Se devo guardare al rapporto tra la nuova struttura e la città di Prato penso che le dimensioni siano sbagliate. Forse abbiamo rappresentato male le nostre esigenze dal territorio, o chi per noi governava la città in quella fase. Forse avrà capito male la Regione, avranno sbagliato i tecnici. Tuttavia rimane il fatto che quell’ospedale è inadeguato: lì mancano sicuramente una parte di posti letto in modo strutturale». Per l’ampliamento del Santo Stefano, in realtà, esiste un progetto per la realizzazione di un nuovo padiglione per risolvere, anche, il problema della carenza dei posti letto, ma dei fondi (5 milioni di euro) annunciati a novembre dall’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (e oggi ministro dello sport) Luca Lotti non si hanno più traccia. Le uniche novità sono i 25 nuovi posti letto attivati prima di Natale più altri 22 nei giorni successivi, ricavati dall’area chirurgica e dal Day surgery. 7 i posti letto nel pronto soccorso. A questo si aggiunge, nelle previsioni del direttore generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Morello, l’assunzione di un medico, dieci infermieri e due operatori socio-sanitari. Ed è proprio a lui che il sindaco Biffoni si era rivolto nei giorni scorsi per chiedere «che la macchina del servizio sanitario non si inceppi più anche nei momenti di maggiore affluenza al pronto soccorso. La struttura deve girare sempre al meglio ed essere sufficientemente organizzata per far fronte ai periodi di criticità». Dall’emergenza al futuro ospedale il passo è breve e l’occasione è ghiotta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Vogliamo compiere un altro passo verso il progetto della palazzina. Stiamo lavorando al reperimento delle risorse e le stiamo trovando. Ora si pagano anni di non amministrazione comunale. L’obiettivo resta quello della nuova palazzina, ma nel frattempo vanno trovate risposte».
Il Cenni furioso «A questa affermazione priva di senso, rispondo con i fatti concreti portati avanti dalla mia amministrazione – è la replica dell’ex primo cittadino: – tre consigli comunali straordinari e gli “Stati Generali della Salute” nel 2013, con la presenza degli allora Assessori Regionali Scaramuccia e Marroni; la ricontrattazione degli accordi sull’ex Misericordia e Dolce con l’azzeramento dei 43 milioni di euro che avremmo dovuto versare alla regione in cambio dell’area; la richiesta di realizzazione del “polo oncologico” utilizzando parte delle strutture esistenti del vecchio ospedale, proposta che era supportata da oltre 7000 firme di cittadini; messa a disposizione della ASL (quindi della regione) della palazzina attualmente occupata dalla Polizia Municipale, per il completamento della cittadella della salute “Centro Giovannini”. Per favorire la regione nell’operazione finanziaria avevamo approvato una variante urbanistica che permetteva di convertire l’immobile di Villa Filicaia in struttura alberghiera: bene che oggi purtroppo cade a pezzi; ampia disponibilità alla creazione delle cosiddette “case della salute”, con l’impegno da parte della ASL e della regione a fornire il personale medico ed assistenziale perchè altrimenti sarebbero rimaste solo delle scatole vuote. Inoltre, a più riprese, ci erano stati promessi dall’Assessore Marroni decine di posti letto sanitari, che alla fine non si sono mai concretizzati». Un elenco che, secondo Cenni, il sindaco Biffoni dovrebbe ben conoscere visto che «quando accadeva tutto questo – precisa Cenni – Biffoni era consigliere comunale di opposizione, era presente ai consigli, anche quelli straordinari, fino alla sua elezione in parlamento, quindi come può oggi accusarci di inefficienza? Come può farlo, quando in consiglio comunale si è sempre opposto ad ogni nostra proposta, anzi difendendo le scelte operate dalla ASL e dalla regione?». «Il Sindaco Biffoni si dimostra in totale malafede pensando di fornire una nuova verità ai cittadini pratesi – è la conclusione a cui giunge Cenni – , pensando di accusare la mia amministrazione dei disastri causati da scelte scellerate operate nel passato da chi ha da sempre amministrato Prato e la Toscana: il PD, il suo stesso partito. Biffoni, purtroppo, dimostra tutta la sua inadeguatezza a guidare la nostra città che pretende risposte concrete e non slogan preconfenzionati».