La Festa dell’olio novo a Castelmuzio, arrivata alla 30esima edizione, è diventato un appuntamento cult, un momento di ritrovo per appassionati e professionisti del settore per scoprire le caratteristiche del primissimo olio appena franto. A dare inizio a questa tradizione è stata Giovanna Carpi una donna innamorata di questo territorio alla quale viene ancora dedicato il Premio l’Oliva d’Oro. Oggi fra le promotrici della Festa c’è Maria Stella Bianchini, sostenitrice di questo bellissimo evento di qualità che promuove ed esalta uno dei prodotti più importanti della nostra terra l’Olio e che possiede una boutique dove sono selezionati i migliori prodotti che nascono nel raggio dei 30 km da Castelmuzio “i sapori del 30” e che quindi tutti i giorni promuove in prima linea questo oro liquido.
Come era impostata questa festa paesana e come invece si è trasformata in evento cult? «Nelle precedenti edizioni che sono ormai ben 30, la festa si svolgeva in un unico fine settimana: il sabato a Castelmuzio con convegno sull’olio e minime attività collaterali e la domenica a Trequanda con mercatino dei produttori di olio e prodotti tipici nella piazza del paese. In tale occasione poi l’amministrazione comunale ancora consegna il Premio l’Oliva d’oro Giordana Carpi come riconoscimento ad un produttore o ad una personalità che si è particolarmente distinta in questo mondo. Questa impostazione rimaneva stretta soprattutto ai produttori di Castelmuzio e quindi, con l’occasione della nascita del movimento attivo “Castelmuzio Borgo Salotto” la festa si è estesa a quasi un’intera settimana. Castelmuzio Borgo salotto è un gruppo di persone che, al di fuori di ogni schieramento, ha a cuore il progetto di far diventare questo piccolo borgo, un esempio di collaborazione di un’intera comunità di imprenditori, coltivatori, cittadini che hanno unito le forze per riunire ciò che nel tempo si è frammentato e valorizzare il loro amato paese rendendolo ancora più unico e speciale. Ogni giorno si inventano soluzioni ai vari problemi strutturali, sociali ed imprenditoriali che normalmente si presentano in un piccolo borgo, creando tutta una serie di progetti per migliorare la qualità della vita ed eventi per far conoscere e riconoscere le nostre peculiarità ambientali e territoriali. La coltivazione dell’olivo e quindi l’olio in quanto l’essenza, storia e l’intimo essere della maggior parte delle famiglie locali fa si che qualsiasi evento o iniziativa proposta in questo spirito per valorizzare questo modo di essere, che poi di questo si tratta, sia accolta con massima benevolenza ed energia positiva. Quando questo succede tutto diventa facile, scorrevole, quasi magico e fa si che anche gli altri, i visitatori, percepiscano questa atmosfera e ne rimangano incantati. Così con estrema facilità l’evento diventa “cult”».
Quali sono le novità di quest’anno? E le vostre aspettative?
«Un ambizioso programma di eventi di rilievo per festeggiare il nostro olio novo, da mostre d’arte di importanti artisti (Anna Izzo e Massimo Scarfagna) a lezioni sull’alimentazione corretta per uno stile di vita sano, passando sempre attraverso l’olio evo di Lorenzo Palazzoli e showcooking di uno chef stellato anche lui innamorato dell’olio, Tano Simonato. Poi non possono mancare mercatini con vendita diretta di olio novo e tanto divertimento per grandi e piccini con giochi ed intrattenimenti vari. Forte impegno poi a far si che il trentennale consueto appuntamento con il convegno sull’olio torni ad essere momento di istruzione e confronto per addetti ai lavori olivicoltori e tecnici. Tutto sempre con la massima attenzione e rispetto dell’importante vissuto di questi luoghi, ma con un occhio proteso al futuro».
Che annata sarà per l’olio del nostro territorio?
«Da produttrice e conoscitrice delle più importanti aziende, nonostante le disastrose previsioni a causa della temuta mosca, l’annata, almeno per la mia azienda “Il Sorriso delle Coste”, ma anche per confronto con altri olivicoltori locali, si sta rivelando nelle nostre zone, buona se pur con basse percentuali di produzione dovute principalmente alla precocità della raccolta già in fase avanzata I frutti nella maggioranza dei casi sono integri e sani e quindi in grado di dare un olio di ottima qualità».
Il mercato negli ultimi anni come si è mosso nei confronti di questo preziosissimo prodotto? E’ usato solo da grandi chef ed esperti che ne capiscono il vero valore o pian piano sta entrando nella cultura popolare il pagare l’olio buono “nostrano” una certa cifra?
«La tragica campagna olearia 2014, causa il fortissimo attacco di mosca, ha, secondo il mio punto di vista, dato comunque i suoi frutti: olivicoltori più attenti ed aggiornati ed un consumatore che finalmente si è reso conto dell’importanza di questo prodotto e del suo valore nella sana alimentazione. E’ aumentato l’interessamento e la voglia di allargare la conoscenza del prodotto: larga presenza anche di consumatori e ristoratori ai corsi divulgativi che ultimamente mi sono presa la cura di organizzare.Certo che ancora siamo ben lontani da un giusto prezzo che ripaghi dagli sforzi e le fatiche di un olivicoltore affinche venga giustamente retribuito dalle fatiche per il prodotto di qualità».
Quanto gli sconti ed i prezzi “impossibili per essere olio vero” ai supermercati deviano la percezione del valore?
«Come tutte le pubblicità, la pubblicità ingannevole che viene fatta giornalmente dalle grandi distribuzioni sull’olio, ha effetti negativi su tutta la filiera e soprattutto sui piccoli produttori che in questa zona sono la stragrande maggioranza, e che faticano e stentano a sopravvivere solo di olio. Solo un percorso di aggiornamento e conoscenza e quindi di qualità potrà contenere i danni del lavoro malfatto dalle grandi marche».
Che fetta di mercato va all’estero secondo la tua esperienza e percezione?
«Ho rilevato che il mercato estero è in notevole espansione in quanto spesso, quasi la maggior parte delle volte, all’estero sono molto più compenti ed interessati al prodotto e quindi più esigenti e selettivi. L’estero poi, siccome sa riconoscerne il valore, è disponibile a pagare per un prodotto di qualità. Per accedere a questa importantissima e qualificata fetta di mercato, noi piccoli produttori dovremo fare una lunga strada di unione seria e condivisa per arrivare alla creazione di gruppi che, pur nel mantenimento della singola individualità e peculiarità, almeno commercializzino insieme tutto il prodotto (di qualità) di ogni singola zona territoriale (forse questo strumento c’è già con le Dop e IGP, ma non utilizzato almeno in questo senso)».
Per finire, mentre il borgo di Castelmuzio è in pieno fermento per organizzare al meglio questa edizione dell’Olio Novo, quanto questa festa ha aiutato a ritrovare il clima di una volta, il vanto dell’appartenenza, l’unità del paese, la condivisione dei piccoli piaceri?
«Come ho accennato prima, questa festa è e sarà il clou di tutta un’attività svolta nell’ultimo anno da Castelmuzio Borgo Salotto di “rigenerazione” (non so se sia proprio il termine giusto) degli stati d’animo delle persone, del risveglio dal torpore dell’inedia, dal gusto dello stare insieme per una causa comune donando e lavorando ciascuno secondo le proprie peculiarità ed abilità, lavorando uniti per valorizzare il nostro magico borgo e quindi tutti i nostri prodotti tipici locali che, credete, visitando anche solo il mio negozio vi potete rendere conto di quanti siano e possano essere, e per migliorare la qualità della vita e dare almeno una possibilità ai giovani di identificarsi nel loro paese».