Il Toscana Pride apre la stagione dei Pride italiani. Il Pride di Arezzo è, infatti, il primo dell’Onda Pride che da Milano a Palermo invaderà l’Italia, portando in piazza l’orgoglio LGBTQI (lesbico, gay, bisex, trans, queer e intesex). Sabato 27 maggio una grande parata attraverserà le vie del centro storico della città (partenza alle ore 15.00 dal Passeggio del Prato e arrivo in Piazza Sant’Agostino alle 18.30) e sarà una grande festa che coinvolgerà tutta la città ma anche un’occasione per tenere accesi i riflettori sull’omocausto ceceno e denunciare le terribili persecuzioni che stanno subendo le persone omosessuali in questa parte d’Europa. Sono attese migliaia di persone provenienti da tutta la regione e da tutta Italia che con la loro presenza daranno nuovo impulso alla battaglia per il riconoscimento dei diritti delle persone lgbtqia e delle famiglie arcobaleno e alla lotta all’omobitransfobia.
La vicepresidente Barni: «Regione partecipa con orgoglio incontenibile» «Le ragioni che ci portano con “orgoglio incontenibile” a partecipare al Toscana Pride sono le stesse che ci hanno portato ad essere tra i soci fondatori della Rete nazionale Ready, il network delle pubbliche amministrazioni impegnate contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere ed a promuoverne l’adesione presso altre pubbliche amministrazioni toscane facendone in poco tempo raddoppiare il numero e coordinandone le iniziative – ha dichiarato Monica Barni vicepresidente della Regione Toscana – ad Arezzo si parlerà infatti di parità di diritti, di tutela ed autodeterminazione, di equo accesso al lavoro, del riconoscimento di tutti i legami affettivi e genitoriali, anche di educazione alle differenze e della laicità delle istituzioni».
Il Comitato organizzatore: «Sarà festa di tutta la città» «Scegliendo Arezzo, il Comitato Toscana Pride ha scelto di dare un segnale forte a chi pensa che i diritti delle persone lgbtqi e delle famiglie arcobaleno e la lotta all’omotransfobia, non siano una priorità dell’agenda politica – ha dichiarato Veronica Vasarri portavoce del Comitato organizzatore – la città ha partecipato con entusiasmo a tutto il percorso di costruzione del Pride e questo dimostra che la nostra manifestazione dell’orgoglio LGBTQI è una festa di tutta la città. La grande mobilitazione della società civile di Arezzo è la risposta più efficace a chi sostiene che il Pride sia solo una provocazione. La rivoluzione della felicità è già in atto, il sentiment degli aretini verso le persone lgbtqi sta cambiando. Il Pride di Arezzo, il primo d’Italia, sarà anche quello della gente comune».
Il documento politico Parità dei diritti, legittimazione dei legami affettivi e genitoriali e laicità delle istituzioni. Sono solo alcuni dei temi del documento politico del Toscana Pride. Temi che, anche dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, necessitano di ulteriori rivendicazioni: una legge contro l’omobitransfobia e una legislazione specifica sui crimini d’odio; il matrimonio egualitario; l’accessibilità all’adozione e alla procreazione medicalmente assistita in Italia per coppie e singoli; il sostegno alle persone trans e intersex e la depatologizzazione di entrambe le condizioni; la prevenzione da HIV e altre infezioni sessualmente trasmesse; interventi nella direzione della promozione dell’autodeterminazione, delle politiche educative di contrasto al sessismo e alla violenza di genere e dell’adozione di strumenti di contrasto alle “teorie riparative”. Le istanze del Pride toscano infine si inseriscono nella cornice più ampia delle politiche di welfare e del lavoro con una attenzione particolare alle politiche di diversity management e alla formazione specifica del personale sanitario, sindacale, educativo.