Sono saliti fino a Volterra determinati nel ribadire la centralità delle autonomie locali. Lo hanno fatto in 117 primi cittadini in rappresentanza di oltre 300 piccoli Comuni per rispondere all’invito del Sindaco del Colle Marco Buselli. E così, nella Giornata dell’Orgoglio Comune, sono arrivati nella città etrusca da ogni angolo dell’Italia per dare voce ai quei territori “minacciati” dalla proposta di legge Lodolini (Pd) che oggi è in Commissione affari istituzionali della Camera e prevede la fusione obbligatoria per i Comuni sotto i 5mila abitanti.
Un provvedimento, secondo il suo estensore necessario per «trovare un efficace meccanismo per ridurre l’elevata frammentarietà dei comuni italiani allo scopo di consentire un miglioramento della qualità e dell’efficacia dei servizi offerti ai cittadini. La fusione, infatti – ha spiegato Lodolini – a differenza delle altre forme di associazionismo tra comuni, comporta la costituzione di un unico ente, nel quale verranno aggregate tutte le risorse umane, strumentali e finanziarie, al fine di ottenere l’ottimizzazione dei servizi esistenti e il loro ampliamento».
Un pensiero al quale i sindaci si oppongono fortemente convinti e lo hanno scritto in un documento che «il modo in cui oggi molta parte della classe politica italiana affronta il tema delle fusioni dei Comuni, proponendone in alcuni casi l’obbligatorietà per legge, in altri promuovendo processi che ne sanciscono l’obbligatorietà di fatto, segna un insostenibile attacco alle autonomie locali e all’esistenza stessa dei piccoli Comuni».
Tra i Sindaci che non hanno voluto mancare l’appuntamento anche molti toscani, regione nella quale si è verificato il “casus belli” legato alla fusione tra Cutigliano e Abetone approvata a maggioranza dal Consiglio regionale. «Ritengo sia fondamentale affrontare il tema delle aree interne che caratterizzano il nostro Paese. Si stanno spopolando, non sono mai state rilanciate. Invece è necessario che vengano tutelate, altrimenti si consegna all’isolamento una parte importante dell’Italia» ha detto il sindaco di Montieri (Gr), Nicola Verruzzi (Pd).
«La vera Leopolda è qui, oggi, a Volterra. La Leopolda dei Comuni – ha aggiunto prendendo la parola in Sala del Maggior Consiglio di palazzo dei Priori Sandro Ceccarelli (Lista Civica) Sindaco di Guardistallo (Pi) – Facciamo tutte le battaglie che crediamo ma attenzione che non ci cambino in corsa le regole. Loro vogliono creare carrozzoni, perché così è più facile controllare voti e consenso. Non ci considerano perché costiamo poco ma anche noi dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Il Governatore Rossi ce lo abbiamo messo noi e lo sapevamo che distrugge tutto ciò che tocca. Basti vedere la nostra sanità. Io sono disposto anche a uscire dall’Anci se le fusioni andranno avanti».
Chi nel frattempo non ha perso tempo sono stati i sindaci senesi. Lo scorso febbraio hanno promosso e approvato un documento in Consiglio comunale. «In provincia di Siena – ha ricordato Eva Barbanera (Pd) Sindaco di Cetona – tredici piccoli comuni hanno già firmato il documento anti fusioni, ma anche altri hanno espresso, in sedi diverse, la propria contrarietà alla proposta di legge. La domanda che ci facciamo è: perché la Regione Toscana si sta muovendo verso la fusione dei Comuni? Siamo concordi nel pensare che la questione dei costi in realtà sia finta. Uno Stato serio, se parla di costi, dovrebbe portare degli esempi, delle tabelle. Invece niente. Dicono che siamo costosi e inefficienti, ma non ci dicono in cosa. In realtà, la vera motivazione delle fusioni è il tentativo di diminuire gli spazi di democrazia e partecipazione».
(interviste di Simona Buracci)