Oltre 6000 i lavoratori che questa mattina hanno scioperato davanti allo stabilimento Lucchini di Piombino. Una mobilitazione di tre ore organizzata per chiedere certezze sul futuro che si è svolta dalle 9 alle 12 e alla quale ha partecipato il 90 per cento dei dipendenti . All’assemblea pubblica erano presenti rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, e dei partiti. ”Nonostante le rassicurazioni dell’azienda – ha spiegato il segretario Fiom Luciano Gabrielli a nome di tutti i sindacati – la situazione resta drammatica. Decine di aziende dell’indotto rischiano di chiudere”.


La vicenda – La situazione della Lucchini e’ legata al rapporto tra la proprieta’ del gruppo siderurgico e le banche, che vantano un credito di circa 770 milioni. Gia’ oggi potrebbero giungere novita’ da Mosca, dove e’ in programma l’assemblea degli azionisti del Gruppo Lucchini. In ballo ci sarebbe la decisione, da parte del magnate russo Mordashov, di procedere alla ricapitalizzazione del gruppo, con almeno 100-150 milioni, condizione richiesta dalle banche creditrici per sbloccare le trattative sulla rinegoziazione del debito. ”Mordashov – conclude Gabrielli – chiarisca una volta per tutte cosa vuole fare del gruppo Lucchini. Se, come e’ chiaro da mesi, si procedera’ alla vendita, e’ necessario che l’acquirente garantisca un piano industriale serio. E’ in discussione il futuro di quasi 4 mila lavoratori”. La fabbrica, infatti,  occupa direttamente 2.187 lavoratori, 1.300 sono i dipendenti delle ditte che operano in appalto per la manutenzione e i servizi.


L’intervento del presidente della Regione Rossi – ”Non sono ne’ pessimista, ne’ ottimista, ma determinato a combattere fino in fondo per difendere questo stabilimento”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, presente stamani a Piombino. Rossi ha poi annunciato che, per le aziende dell’indotto, ”interverremo il 27 luglio come Regione attraverso l’assessore Simoncini e proporremo gli strumenti di sostegno finanziario per la liquidita’, abbiamo la Fidi – ha detto riferendosi a Fidi Toscana -, la useremo perche’ queste imprese e i lavoratori siano sostenuti quanto prima. C’e’ una forte unita’ dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali – ha aggiunto il presidente – la Regione e’ qui in forza. La mia esperienza dice che se questa unita’ si mantiene otterremo dei risultati importanti”. Il sito produttivo di Piombino e’ parte integrante del progetto di reindustrializzazione della Toscana, uno dei punti cardine della campagna elettorale che ha portato Rossi alla presidenza. ”Non vogliamo di certo perdere un polo produttivo importante come questo dove lavorano quasi 4mila persone. La ricapitalizzazione del gruppo sarebbe un primo passo. Poi occorre che ci si sieda a un tavolo e che si presenti un piano di investimenti che possa assicurare un futuro a questo glorioso stabilimento”. Il pensiero piu’ urgente e’ diretto alle imprese dell’appalto, le prime a pagare per l’incertezza legata alla situazione finanziaria dell’azienda e all’incertezza sulla vendita. Il mantenimento del polo produttivo Lucchini e’ un passo obbligato anche per il sindaco della citta’, Gianni Anselmi: ”Uscire da questa situazione deve essere possibile – ha spiegato – l’opzione zero non la prendiamo neanche in minima considerazione, cosi’ come opzioni che depauperino la struttura occupazionale del territorio. Quello su cui si deve lavorare e’ preparare il dopo. Che sia Mordashov o chiunque altro, il territorio deve costruire una visione di se”’.


Siena

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