«Con questo simbolico gesto esprimiamo l’amore che tutti gli italiani hanno per te. Vigila Francesco sul nostro popolo, veglia sulle sorti dell’Italia, guarda con benevolenza la nostra Toscana, benedici i lavoratori, dona loro prosperità e pace». Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella ad Assisi durante l’accensione della lampada votiva che arde, per tutto l’anno, sulla tomba di San Francesco. In occasione della festa del Poverello Patrono d’Italia, quest’anno infatti ad offrire l’olio che alimenta la fiamma è stata la Toscana, a nome dell’Italia intera. Ad assistere alle celebrazioni oltre 4 mila pellegrini e 50 sindaci giunti dalla Toscana. La suggestiva cerimonia si ripete dal 4 ottobre 1939. Alla cerimonia era presente anche il Premier Giuseppe Conte.
Il governatore Rossi: «Un cambiamento radicale per non continuare a distruggere la nostra ‘casa comune’» «Essere la regione chiamata a partecipare a questa cerimonia così ricca di significato ci riempie di orgoglio ma ci carica anche di responsabilità. Seguendo l’esempio di Francesco serve anche oggi un cambiamento radicale per non continuare a distruggere la nostra ‘casa comune’» è stato il commento del governatore della Toscana Enrico Rossi intervenendo dalla Loggia del Sacro Convento in occasione delle celebrazioni francescane. La «speranza» del presidente Rossi è che la lampada stessa «possa anche essere il simbolo di questa volontà di cambiamento. Quello di Francesco – ha detto – è un nome fondamentale per la nostra cultura. Di fronte ad un mondo in cui vedeva prevalere l’ingiustizia, Francesco fu capace di scelte radicali e mostrò che era possibile un modello di vita alternativo». Modello da seguire anche nella società nella quale viviamo per il presidente della Toscana, «con il rispetto per l’ambiente, per gli altri esseri umani e per noi stessi oggi profondamente legati tra di loro».
Foto Enzo Russo