Importante accordo integrativo sottoscritto alla Manetti Gusmano e Figli, che nel Chianti produce cotto fiorentino. A darne notizia in una nota, esprimendo soddisfazione, la Cgil Toscana. «La crisi del settore delle costruzioni continua a mordere in tutto il paese ed in modo particolare nella provincia di Firenze – si legge – . La crisi ci lascia numerose chiusure di aziende, procedure fallimentari, licenziamenti collettivi, depauperamento dei diritti dei lavoratori. Questo scenario buio viene ogni tanto illuminato da raggi di sole. Il sole sorge dove i lavoratori, il loro sindacato e l’imprenditore con la propria azienda sanno immaginare un futuro e per questo investono in innovazione tecnologica e di prodotto, cercando e producendo la qualità. Quando incontriamo imprenditori che hanno una visione di futuro e per questo sono pronti ad investire in qualità, innovazione di processo e di prodotto, e nei confronti dei propri dipendenti, perché li considerano un capitale prezioso dell’azienda, si possono ottenere risultati molto positivi.
Carletti (Cgil Firenze): «Accordo che sia un modello per tutti» «E ieri sera con la Manetti Gusmano e Figli abbiamo prodotto risultati molto positivi – dichiara Marco Carletti, segretario generale della Fillea Cgil di Firenze. Abbiamo infatti sottoscritto un accordo collettivo aziendale, in aggiunta al Contratto Collettivo Nazionale, che prevede il pagamento di un premio di risultato molto significativo dal punto di vista economico, investimenti relativamente all’ambiente di lavoro e alla sua sicurezza, una rivisitazione di alcune altre indennità e una diversa organizzazione del lavoro. Questa intesa va registrata come un fatto importantissimo per il settore del cotto fiorentino. Significa che, nella desertificazione di un settore, i semi lanciati nel tempo non hanno soltanto germinato, ma stanno producendo i frutti sperati. L’accordo deve rappresentare per il tessuto industriale delle costruzioni di Firenze un esempio a cui tutti dovremmo rapportarci, poiché insegna fattivamente e plasticamente che la crisi la si sconfigge avendo lo sguardo lungo e la capacità di credere nel proprio prodotto e nella salvaguardia delle conoscenze e delle competenze»