VOLTERRA – Uno scavo archeologico che, di anno in anno, regala sorprese e meraviglie del trapassato remoto di Volterra (Pisa).
Siamo nell’affaccio a Sud della città, dove l’Università di Pisa ha ripreso la campagna di indagine, coordinata dall’archeologa Lisa Rosselli, in un’antichissima necropoli che lancia la capsula del tempo fino agli albori della civiltà etrusca per poi avanzare nelle ere fino all’epoca tardo romana.
Due le tombe a tumulo che troneggiano nel sito archeologico ‘Le Colombaie’: la prima, scoperta nel 1923 e poi studiata nuovamente negli anni ’60, per poi passare all’oblio che l’ha velata fino al 2016 e risalente al VII secolo a.C, ed una seconda ancora più arcaica, tornata alla luce durante i saggi condotti nel 2020 e scavata nel corso di questa campagna di scavi. In questo secondo caso, la tomba ha regalato al team di archeologi due sepolture inumate (un uomo, con il corredo da guerriero, e una donna, con un prezioso bracciale), una sepoltura a incinerazione in un vaso ed una serie di unguentari collocati in un ricettacolo esterno del tumulo, forse offerte votive ai defunti. Ma la necropoli ha riportato a galla un sistema di costruzione (forse in antichità, una capanna) di struttura quadrangolare con frammenti materiali compatibili con un uso domestico.
Una forma di abitazione in fase di studio che porta a presumere che l’area fosse abitata, prima di essere riconvertita a necropoli. E proprio accanto all’ultimo tumulo rinvenuto (datato fra la metà del VII secolo a.C. e gli inizi del VI secolo a.C.) ecco spuntare tombe a fossa di età tardo romana, con i corpi inumati senza corredo (sono stati ritrovati resti di adulti e bambini) che non hanno intaccato le antiche pietre che componevano le tombe a camera risalenti a 2.600 anni fa. “Si tratta di una testimonianza importante – spiega la direttrice dello scavo Lisa Rosselli – che ci porta a acquisire nuove conoscenze su Volterra. Siamo in un periodo orientalizzante, tutt’oggi non copioso di informazioni sulla civiltà etrusca e le strutture funerarie rappresentano un’evoluzione da tombe a fosse a tombe a camera, costruzioni di cui a Volterra non si trovano altre testimonianze”.