“La proposta di una multiutility toscana per la gestione del servizio idrico integrato, la gestione dei rifiuti e la fornitura di energia elettrica e gas, ci pone diversi interrogativi, facendo emergere anche possibili contraddizioni soprattutto rispetto al percorso istituzionale fin qui seguito”.
Ad intervenire sul progetto di costituzione di un’unica azienda regionale annunciato lo scorso dicembre dai sindaci di Firenze, Empoli e Prato è Federconsumatori Toscana che sottolinea come “non appare chiarita la modalità di partecipazione di consumatori utenti nella riorganizzazione generale di servizi così importanti per la comunità.
La gestione del servizio idrico La gestione del servizio idrico nel territorio regionale è suddivisa in ATO (ambito territoriale ottimale) all’interno del quale opera una società per la gestione del servizio: nei 6 Ambiti territoriali operano quindi 6 società delle quali sono una, la società Gaia S.p.A. che opera nella Toscana Nord, è di totale proprietà pubblica; tutte le altre società operanti nel settore idrico sono miste attraverso le quali i Comuni hanno quote di maggioranza, quasi sempre non superiori al 60% del capitale, mentre la componente privata è rappresentata da società a loro volta controllate da grandi gruppi (ad es. Acea, Iren-Ireti). Le società presenti sul territorio regionale operano in virtù di concessioni che hanno varia scadenza: la concessione della società Publiacqua spa che opera nell’ATO 3 medio val d’Arno coprendo Comuni presenti nelle Provincie di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, scadrà nel 2024, e negli anni successivi andranno a scadenza le concessioni anche per le altre società sino al 2034 anno in cui scadrà la concessione per Gaia S.p.A.
Rifiuti Il servizio di gestione dei rifiuti è affidato a varie società a diversa composizione: nelle provincie di Firenze Prato e Pistoia il servizio ad una società interamente a capitale pubblico (ALIA); schema analogo è presente nella area della costa con la presenza di Retiambiente; mentre nella toscana sud, con il recente ingresso di Iren, è presente una società mista pubblico privata (SEI s.p.a Toscana).
Distribuzione gas e fornitura energia elettrica Nel settore della distribuzione del gas opera invece Toscana energia le cui quote pubbliche sono state nel tempo vendute a Italgas (società del gruppo ENI). Estra invece rappresenta una multi utility interamente pubblica che opera sia nell’attività di distribuzione del gas che nella fornitura di energia elettrica e gas.
“Un quadro regionale frammentato, con concessioni già prorogate e scadenze diversificate che rende abbastanza ardua la realizzazione di un progetto complessivo diretto alla creazione di un’unica società che sia capace di operare nei settori descritti prevedendo, fra l’altro, una quotazione in borsa a partire dal 2022” spiega ancora Federconsumatori che sottolinea come “la tempistica individuata dal piano non pare compatibile con la necessità di condividere con i vari Comuni il progetto complessivo. Ad oggi non conosciamo le opinioni dei Comuni diversi da quelli proponenti, né sappiamo se sia iniziata una discussione in merito tenendo conto del fatto che proprio i Comuni dovrebbero rappresentare i soggetti propulsori del progetto dovendo conferire le proprie quote in un nuovo soggetto proprietario”. “Inoltre – aggiunge ancora l’associazione dei consumatori – non è chiaro il ruolo che dovrebbero svolgere le altre società ad oggi operanti sia come affidatarie dirette del servizio, sia come soggetti proprietari di quote di società affidatarie così come non è chiaro il meccanismo che porterebbe alla liquidazione dei partner privati ad oggi presenti e quale sarebbe il costo in questa nuova prospettiva, nè come si intenda coniugare questo percorso rispetto alle concessioni in scadenza relative al servizio idrico”.
“Nella proposta dei tre sindaci si parla della costituzione di una “Public Company”, schema societario diffuso nei Paesi anglosassoni con una capacità di attrarre risorse attraverso la sottoscrizione di azioni limitandone la concentrazione nelle mani di pochi soggetti. Ma tutto questo appare contraddire il percorso istituzionale fin qui condiviso, in particolare per quanto riguarda la gestione del sevizio idrico. Siamo invece disponibili a confrontarci su una eventuale multiutility, composta da soggetti pubblici, che parte dall’area Toscana Centro e che potrebbe allargarsi a tutta la Regione, con libertà di adesione delle singole Amministrazioni comunali”.